INTERVISTA AD AFFARI ITALIANI.

Sicurezza/ “Nelle questure ferme una macchina su 3. Mancano i soldi”. La denuncia del sindacalista Abagnale ad Affari.

Niente soldi per le forze dell’ordine. E le macchine della Polizia restano ferme. Una su tre, con punte di una su due a Torino. Ma ogni città è in difficoltà.

MANCANO GLI AGENTI- A Milano mancano 600 agenti, 257 auto rimangono inutilizzate perché mancano i fondi per le riparazioni. A Parma in questura mancano anche i soldi per le pulizie. A Palermo le auto guaste sono 140, e così quelle sul territorio sono state dimezzate. A Torino, invece, la banca dati interforze funziona in modo sporadico rendendo difficoltosi il rilascio dei passaporti, i permessi di soggiorno e i controlli delle targhe. Senza contare che mancano pc, oggetti di cancelleria varia e chi ne ha più ne metta. L’elenco della sicurezza al collasso in Italia è lungo, e non si ferma qui. A lanciare un nuovo allarme ad Affaritaliani.it è Carmine Abagnale, segretario generale del Coisp di Milano, il sindacato delle forze dell’ordine.

“Ci sono tagli dappertutto. Ovviamente ci sono posti in cui la crisi non si sente, ma non se si tratta di sicurezza. Ci sono poche persone già normalmente in strada, se in più non ci viene data l’opportunità di fare gli straordinari il sistema rischia il collasso”

Cosa manca alla polizia?
Dobbiamo innanzitutto pensare che i problemi sono due: uno di tipo operativo e uno di tipo contrattuale. La polizia si ritrova con un contratto scaduto da due anni. E nonostante si parli di riordino delle carriere, il problema non è risolvibile vista la crisi. Ma non è solo questo. Nelle questure italiane mancano le pulizie negli uffici, manca la cancelleria, c’è carenza di macchine…

Cosa servirebbe precisamente alla polizia?
La cosa che manca e che a mio avviso è necessaria sono i computer. Abbiamo uffici in cui ci sono 10 persone e due pc. E ovviamente il sistema arretrato del lavoro si riversa sul servizio offerto ai cittadini

Ma alla fine dei conti mancano degli agenti?
Non è una questione di mancanza di personale, o almeno non solo, ma legislativa. I nostri poliziotti lavorano, arrestano i malviventi magari dopo giorni o mesi d’indagine e nel giro di poche ora queti sono di nuovo in libertà . Così si ha solo il senso di scoraggiamento. E’ un guaio.

E poi mancano i mezzi per lavorare. I fondi per gli straordinari per esempio. La cosa curiosa è che lo straordinario è legato alle persone e non al bisogno (8 ore a persona d’ufficio) ma se in un posto l’organico è di 150 persone e ce ne sono solo 100 e avrebbero quindi bisogno di straordinario per portare alla pari il lavoro, ci si trova ad avere anche il danno anche dello straordinario. E’ incredibile. Il sistema dovrebbe essere modificato. Se manca personale si deve compensare con lo straordinario. Nella polizia questo non accade. Anzi capita che il lavoro venga ripagato con il riposo compensativo. Così ci si trova con la metà del personale in ufficio e molto lavoro da portare a termine.

Il ministro Maroni parla di un milione di euro da destinare alla polizia. Secondo lei basterebbe a risanare il sistema?
No. Potrebbero però riuscire a compensare quello che ci è mancato negli ultimi anni. Il contratto è scaduto da un po’ di tempo. Si parla di 350mila persone senza un contratto serio.

I sindacati dicono che non ci sono soldi per le volanti della polizia e ci basiamo sui volontari…
Manganelli dice che se non c’è il supporto dei cittadini non si va da nessuna parte. Va riformato tutto il sistema della polizia

Ma come va fatta questa riorganizzazione?
Si deve mettere in condizione il cittadino di poter collaborare con le forze dell’ordine. Sia al nord che al sud. Il cittadino deve essere coinvolto e protetto. Anche se c’è differenza tra l’attività criminale tra il nord e il sud. E in più si deve unire l’attività sul territorio con l’attività informatica

Si parla di una mancanza di 600 agenti e le auto sono ferme perchè mancano i fondi per la benzina e le riparazioni?
Sì. Mancano 400-600 agenti. E anche le auto hanno diversi problemi, ma non siamo mai rimasti a piedi. Ma ci sono auto ferme. Il vero problema è che la 157 ha un sistema tecnologico molto sofisticato. E purtroppo ne abbiamo tante ferme. Sicuramente un terzo di quelle in dotazione. Ma non vuol dire che, nonostante siano ferme, che non si esce. Anzi, vuol solamente dire che un’altra auto farà il turno delle altre due. E che quindi si metterà sotto sforzo solo una auto, che rischierà di collassate.

In pratica vuol dire che però abbiamo meno auto sul territorio…
Praticamente. Funziona che quando si rompe un’auto vuol dire che si usa sempre la stessa auto. Siamo sempre sul filo del rasoio. Abbiamo le macchine contate. Ma ci sono molti altri problemi. Ad esempio sull’uso delle unità. Se per esempio si considera che se si chiede una visita per rientrare in servizio ti mandano all’ospedale militare e ti rinviano 3 o 4 volte, cosi anche se sei idoneo ti rinviano almeno 4 volte e non fai servizio. E così si perde personale. E’ un sistema che ha bisogno di essere riformato.

Floriana Rullo

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