“Alla Questura di Milano fanno carriera i raccomandati delle altri sedi e non i più bravi che si sono distinti sul nostro territorio”: la denuncia di Carmine Abagnale in qualità di consigliere comunale del PDL del Capoluogo lombardo e di segretario provinciale generale del C.O.I.S.P. di Milano in una lettera aperta inviata oggi al Ministro dell’ Interno On. Roberto Maroni, al Sindaco di Milano Letizia Moratti, al Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi e al Questore di Milano Vincenzo Indolfi.

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Al signor
Ministro dell’Interno
On. Roberto Maroni
Palazzo Viminale
Via A. Depretis,7
00184 – Roma

e,p.c.

Al sindaco di Milano
Dr.ssa Letizia Moratti
Piazza della Scala,2
20121 – Milano

Al signor Prefetto di Milano.
Dott. Gian Valerio Lombardi
Corso Monforte, 31
20122 – Milano

Al Questore di Milano
Dott. Vincenzo Indolfi
Via Fatebenefratelli, 11
20121 – Milano.

Stimatissimo Ministro,

nella mia duplice veste di consigliere comunale del PDL del Capoluogo lombardo e di segretario provinciale generale del C.O.I.S.P. di Milano, desidero porre alla sua attenzione il grave malcontento che serpeggia tra i funzionari della Questura di Milano, professionisti di indubbio valore nell’intero contesto nazionale, a seguito di talune recenti scelte organizzative dell’Amministrazione della PS, percepite del tutto illogiche ed inique così come intendo rappresentarle il malumore raccolto dai cittadini milanesi in merito al “maltrattamento” subito dai funzionari della questura milanese.

In particolare il personale della questura di Milano è stato sempre, per capacità e professionalità, un punto di riferimento per altro personale degli uffici di Polizia di tutta Italia, palestra che ha formato molti dei migliori poliziotti italiani. Tale caratteristica si è conservata nel tempo grazie ad un ricambio di personale di alto livello, scelto tra i tanti validi aspiranti che attendevano impazienti nei vari reparti milanesi. Come da sempre la ragionevolezza ha consigliato, in caso di vacanza di posti alla Squadra Mobile o alla DIGOS milanese, i vari questori avvicendatisi nel tempo hanno attinto dal proprio vivaio per sopperire a tali esigenze e nello stesso premiare gli elementi migliori distintisi nei vari settori.

In tempi recenti tale procedura corretta e condivisa, che esalta le capacità dei singoli e tiene viva la motivazione del personale, è risultata del tutto disattesa. Proprio in questi giorni un Funzionario è piombato nel Capoluogo lombardo, addirittura da un’altra Regione, approdando direttamente alla Squadra Mobile, senza alcun titolo preferenziale, scavalcando di fatto tutti quei colleghi in servizio da anni a Milano e che attendevano fiduciosi di occupare un posto di prestigio.

Per un funzionario in servizio a Milano, attendere la propria opportunità alla Squadra Mobile o alla DIGOS vuol dire passare anni a prendere sassi in piazza, allo stadio o a far turni alle Volanti, non certo a “metter su panza” dietro una scrivania. Almeno così è nella maggior parte dei casi. Ed il fatto non è di certo isolato. Infatti è già accaduto all’antiterrorismo, quando fu assegnato del personale proveniente da altra sede, a discapito di professionalità formatesi nel Capoluogo lombardo. In casi meno eclatanti, comunque di rilievo, funzionari già presenti a Milano, ma senza un minimo di esperienza di strada o di polizia giudiziaria, sono stati incaricati di coordinare delle sezioni investigative.

Questi trasferimenti “indotti” non hanno di certo effetti positivi sul morale e sulla dedizione dei professionisti milanesi, al di là dei meriti che i nuovi arrivati possono avere. Situazioni simili umiliano il personale ed azzerano la motivazione di tutti i poliziotti con gravi conseguenze sull’operatività. L’attività di polizia, soprattutto a livello investigativo, così come Lei signor Ministro ha sempre affermato, si fonda sull’esperienza e necessita di una buona conoscenza dei luoghi, del tessuto criminale e delle abitudini operative oltre che di un’efficace collaborazione tra i vari Uffici.

Nel momento in cui operatori vengono letteralmente catapultati da altre realtà in quella ove ogni giorno altri lavorano con impegno, professionalità e dedizione, per quanto possano essere preparati, ciò causa diffidenza nei colleghi e diventa elemento di rottura in tutto il Reparto, oltre che essere un grave atto d’ingiustizia e di mortificazione verso chi legittimamente aspira a quel posto e si trova ad essere scavalcato.

Le assegnazioni del personale nei vari Uffici, in sostanza spettano al Questore della città interessata che dovrà tener conto dei meriti di ognuno e delle relative potenzialità, premiando gli elementi capaci e meritevoli che hanno posto in evidenza le loro attitudini professionali nel contesto operativo di riferimento.

Laddove ai meriti ed all’esperienza accumulata si sovrappongono “conoscenze e sollecitazioni” vediamo allora i Reparti sgretolarsi, la motivazione dei poliziotti indebolirsi e le domande di trasferimento ad altre città moltiplicarsi. Il caso ha creato anche un danno rilevante alla squadra mobile milanese infatti a questa “assegnazione non ortodossa” è seguita una necessaria ma deleteria ristrutturazione di alcune articolazioni interne all’Ufficio stesso, che sicuramente influirà in maniera negativa e per lungo tempo su questo importantissimo settore investigativo, con conseguenze che lascio a lei immaginare. Il trasferimento presso uffici come DIGOS e Squadra Mobile è considerato un riconoscimento e un premio per l’attività già prestata presso altri uffici della Questura, ne consegue che la possibilità deve essere data a chi ha già dimostrato esperienza e capacità in quella sede per cui Signor Ministro chiedo a Lei di intervenire affinchè le capacità e la professionalità dei poliziotti della Questura di Milano non venga calcolata in base alle conoscenze e alle amicizie personali o familiari ma alla qualità del servizio prestato nel solo interesse della Polizia di Stato con l’obiettivo di assicurare maggiore sicurezza ai cittadini.

Con stima,

Carmine Abagnale