carmine aricolo 21
INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 20 OTTOBRE 2014

omissis

PRESIDENTE RIZZO: La parola al consigliere Abagnale.
CONSIGLIERE ABAGNALE: Grazie, Presidente. Nei giorni scorsi l’Assessore Granelli è stato intervistato su RAI 3 e ancora una volta ha sostenuto che il termine di scadenza delle contravvenzioni inizia dal momento in cui il verbalizzante agente della Polizia locale redige il verbale. Si potrebbe verificare, come si sta verificando, che le contravvenzioni vengano notificate ben oltre ai novanta giorni previsti dall’attuale normativa. Nel merito faccio presente che in data 29 settembre scorso ho presentato un’interrogazione al Sindaco e alla Giunta alla quale non ho ancora avuto risposta. Sono però a conoscenza del fatto che l’Onorevole Gianfranco Librante, deputato della Camera, pochi giorni fa, precisamente il 16 ottobre, ha inoltrato un’interrogazione al Ministro Lupi proprio per chiarire i termini di prescrizione delle multe.
Inoltre, proprio per rafforzare questi tesi, Presidente, giovedì scorso il Tribunale di Como ha rinviato a giudizio alcuni poliziotti della Polizia Stradale proprio per non aver notificato alcune contravvenzioni. Essendo diventati pubblici i documenti dell’Accusa, ho recuperato la comunicazione che la Polizia Giudiziaria ha fatto al Giudice che poi ha emesso i decreti di arresto per i poliziotti. Bene, al foglio quinto recita: “Dalla data di violazione l’organo accertatore ha a disposizione novanta giorni per la notifica”. Sempre nella stessa pagina si legge: “ si rappresenta che cosa si intende per termini di legge: Entro novanta giorni dalla violazione l’Ufficio Verbali deve notificare la relativa contestazione al Codice della Strada”.
Signor Presidente, non vorrei che l’Amministrazione Comunale attuasse la logica riportata in un articolo a firma di Enrico De Vita e Matteo Valente su “Il Sole 24 ORE” il 26 settembre 2014, che riepilogo: “La decisione del Comune di Milano appare quanto mai fuori luogo, soprattutto nei confronti dei cittadini che in questo modo non hanno più la certezza della legge, visto che i confini dei novanta giorni si dilatano a dismisura, senza fissare un momento preciso nel tempo. Non vorremmo mai che in fondo alla scelta di Palazzo Marino ci fosse lo spirito lucrativo di chi non riesce a far funzionare nei tempi stabiliti l’elefantiaca macchina burocratica e che, quindi, trova stratagemmi per continuare ad incassare nonostante la sua inefficienza. L’Amministrazione potrebbe ribattere che questa scelta è stata comunque presa perché c’è la necessità di far quadrare i bilanci e di non perdere gli incassi dell’infrazione propriamente rilevata, ma un atteggiamento di questo tipo, se è giustificabile da un punto di vista freddamente amministrativo, non lo è affatto dal punto di vista etico, perché fa scadere la credibilità della cosa pubblica e perché la sanzione perde di fatto quella funzione fondamentale per la società di riappacificazione tra il cittadino e chi lo amministra. L’interpretazione del Comune di Milano data in questo caso al Codice non quadra in ogni caso, anche per altri motivi. Se fosse realmente corretta, infatti, finirebbe per ridicolizzare lo spirito del legislatore che negli anni passati ha ridotto gradualmente i termini temporali concessi per notificare i verbali da 150 giorni a 90 giorni, nell’ottica di una maggiore chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini. Non solo, potrebbe spostare teoricamente all’infinito la fatidica data dell’accertamento, impedendo a chiunque di sapere quando e se, effettivamente, il vigile o l’impiegato comunale ha preso in mano la pratica che certifica la sanzione. Se dovesse passare diffusamente la linea di Milano il conteggio dei novanta giorni potrebbe anche scattare dopo mesi, se non anni, impedendo ai cittadini di conoscere la vera data della presa in carico”.
Presidente, La prego di intervenire e di far bloccare tutte le multe la cui infrazione non è stata notificata entro i novanta giorni dall’infrazione e di restituire ai cittadini ciò che ingiustamente gli è stato tolto in quanto, a mio parere, si potrebbe ipotizzare, oltre all’abuso di potere, anche l’ipotesi della truffa nei confronti dei cittadini da parte dell’Amministrazione Comunale. Grazie.
PRESIDENTE RIZZO: La ringrazio per avermi investito di un ruolo che non ho: non è che io possa sospendere qualcosa. Trasmetterò anche in questo caso il suo intervento e chi ha la responsabilità opererà secondo coscienza e secondo lo spirito della legge. Grazie.

omissis