(OMNIMILANO) Milano, 17 FEB – “Bisogna rivedere le condizioni operative dei nostri vigili urbani, oggi polizia locale. Ci vuole più attenzione e migliori dotazioni per i nostri ghisa, e non solo. Il nuovo comandante Ciacci ha già iniziato un lavoro importante di ricostruzione, ma c’è ancora tanto da fare”. Così Carmine Abagnale, capolista di “Obiettivo Lombardia”, a sostegno di Giorgio Gori, alle regionali. “La polizia locale – afferma – è in condizioni disastrose: deve recuperare la sua dimensione fuori dalla politica e fare gli interessi dei cittadini sul posto”. E continua: “Ma per farlo servono le tutele, servono delle condizioni: intanto perché non sono impiegati pubblici come tutti gli altri; e poi perché è assurdo mandare in giro della gente che non ha adeguate dotazioni e un’assicurazione ridicola che li copre solo quando sono in bicicletta”. Cioè? “Appena smontano non sono più tutelati: ma per favore…”.
Per ovviare al bisogno di sicurezza, il capolista di “Obiettivo Lombardia” Abagnale propone l’adozione di un sistema all’inglese: “Bisogna rovesciare la prospettiva: io, Comune, ti affido l’area. E tu, vigile, riceverai degli incentivi sulla base dei risultati che conseguirai. Meno soste selvagge? Più dotazioni per il quartiere e per te. Ovviamente per fare questo serve l’aiuto dei cittadini che ti conoscono e segnalano le situazioni a rischio o da risolvere. E così via: insomma, qua si deve passare dal vigile di quartiere al quartiere vigile, e non è un gioco di parole”. “Ma non è tutto. I nostri ghisa – dice Abagnale – hanno bisogno che siano rispettati il loro trattamento economico, le dotazioni e la polizza antinfortunistica. Per dire: la Legge Brunetta con l’articolo 47/bis aveva previsto che, al di là dei rinnovi a scadenza dei contratti collettivi di lavoro, ogni ente pubblico avrebbe dovuto elargire un’anticipazione su quelli che potevano essere gli aumenti previsti dai rinnovi. Bene, dal 2009 non c’è stato nessun rinnovo e i Comuni, tra cui quello di Milano, hanno applicato gli Accordi del ‘93 ed hanno erogato un indennizzo da 13 euro. Invece, a mio parere, avrebbero già potuto dare un anticipo di contrattazione, in attesa dell’aumento medio da 85€ che è previsto dal 1° gennaio di quest’anno”.
“Ci sono i pensionati delle forze dell’ordine – prosegue -: non costano nulla, sono già ampiamente preparati e permettono, andando in giro in mezzo alla gente, di raccogliere informazioni anche in forma anonima. Alle Forze dell’Ordine passerebbero informazioni già vagliate e affidabili, aiutando il loro lavoro. Nascerebbe una rete specializzata e attenta, liberando personale e mandando i vigili ad occuparsi di incidenti e sicurezza, ma non di ordine pubblico. Per quello ci sono altre realtà come la Polizia e i Carabinieri”.
Per quanto riguarda i vigili di quartiere “Le precedenti amministrazioni avevano imposto una copertura tale da permettere che il vigile di quartiere, avendo un’area relativamente più piccola sotto controllo, era conosciuto da tutti. Ora le cose sono cambiate e non c’è più quel rapporto diretto. E poi sono stati chiusi presidi periferici che erano utili, come Rogoredo o Ponte Lambro”. Non solo: “Non si arriva alla media di due pattuglie per zona: eppure i vigili di Milano sono 3.000 e basterebbero 40 uomini ogni giorno a sorvegliare le zone loro assegnate nella città. Invece 150 di essi ogni giorno lavorano negli uffici per i Pubblici ministeri del Tribunale”. “Resta infine il problema dell’assicurazione per gli infortuni sul lavoro. I ghisa hanno scoperto dopo la morte del collega Nicolò Savarino, ucciso in servizio nel 2012, la loro assicurazione li copre solo quando sono in servizio in bicicletta. Se smontano dalla bicicletta la copertura non c’è. Invece ai Consiglieri hanno assicurato una copertura totale. Una cosa incomprensibile”, conclude Abagnale.