Vice Presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Milano

Cari amici,
il tema della sicurezza si fa sempre più scottante ed è facile constatare, aprendo un qualsiasi quotidiano, quali siano le attese e i nervi scoperti della cittadinanza in merito.

Finalmente, il Governo ha messo mano ad una legge che, in quanto tutori dell’ordine, ci offre una mano e delle chiare linee di intervento. Devo dire che il mio compiacimento nel leggere il testo della legge è andato progressivamente aumentando fino al punto in cui ho notato che sono state accolte le esigenze legate alla cosiddetta “sicurezza partecipata”, un qualcosa su cui mi batto da anni. Potete capire che veder finalmente riconosciute le mie idee, dopo che per anni le ho enunciate nel deserto che mi circondava, non può che riempirmi di gioia e di orgoglio.

Ad ogni buon conto, la nuova legge del 15 luglio 2009, n. 94, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” che, in vigore dall’8 agosto 2009 , interviene su ampi settori della legislazione in materia di immigrazione, contrasto alla criminalità organizzata e diffusa, sicurezza stradale e decoro urbano, completa il percorso avviato con il decreto-legge 23maggio 2008,n. 92,

La legge di articola, com’è naturale, in diversi punti, fra loro molto diversi. Per quanto riguarda l’immigrazione il segnale che vuole dare la legge è molto chiaro e forte: chi entra in maniera illegale nel territorio dello Stato (e ci rimane), rischia un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro e la possibilità di sostituire la condanna con l’espulsione con accompagnamento immediato alla frontiera, a seguito di un procedimento immediato davanti al giudice di pace. Un modo per snellire le procedure e per dare finalmente un colpo all’immigrazione illegale.

Passando ad affrontare lo spinoso problema della criminalità organizzata, invece, la legge introduce nuovi importanti strumenti di contrasto, a partire dall’aggressione verso i patrimoni mafiosi fino a all’introduzione del divieto di partecipazione agli appalti pubblici degli imprenditori che non denunciano la concussione o l’estorsione subita, per arrivare a un maggiore rigore nell’applicazione del carcere duro (il famigerato 41bis). Ma per fortuna la lungimiranza dei legislatori ha previsto anche degli aspetti di “prevenzione” dello stesso fenomeno mafioso, come ad esempio l’introduzione di una specifica disciplina per favorire la gestione delle aziende e le società “ economicamente sane” sequestrate alla mafia.

Per chiudere in bellezza, ho constatato con piacere che la nuova legge contiene una serie di disposizioni che rispondono alla domanda di sicurezza dei cittadini, spaziando dal campo delle misure di contrasto alla illegalità diffusa fino ad arrivare alla salvaguardia del decoro urbano. Ma si affronta anche l’esigenza di rafforzare il senso civico e la promozione della legalità anche attraverso, come dicevo all’inizio, il ricorso alla cosiddetta “sicurezza partecipata”. Per esempio, si stabilisce “la possibilità per i sindaci di avvalersi della collaborazione di associazioni di cittadini non armati, iscritti in un apposito elenco tenuto dal Prefetto, ai fini della segnalazione alla polizia locale ed alle Forze di polizia dello Stato di eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio”. Qui, devo ripetermi, la mia soddisfazione non può che essere somma. Non capita tutti i giorni vedere un proprio “cavallo di battaglia” prendere corpo e forma in una legge dello Stato.