Abagnale (Riformisti): “Il mio progetto per una Milano ancora più sicura”

Abagnale (Riformisti): “Il mio progetto per una Milano ancora più sicura”
L’ex commissario di Polizia Carmine Abagnale in corsa con i Riformisti a sostegno di Sala. E con in mente un’ambiziosa ristrutturazione della Polizia locale

Una super centrale operativa e nove Presidi, uno per ogni municipio, attraverso i quali la Polizia locale può agire con autonomia, tempestività e capillarità sul territorio. E’ questo il cuore del progetto per la sicurezza urbana e la tutela dei cittadini che Carmine Abagnale ha in mente per Milano. Una ristrutturazione profonda e innovativa, che l’ex commissario di Polizia di Stato e presidente dell’associazione nazionale della Polizia di Stato conta di vedere realizzata nel corso del secondo mandato del sindaco Beppe Sala. Già consigliere comunale di Milano nella fila del centrodestra, Abagnale si presenta infatti a queste elezioni all’interno della lista dei Riformisti per Milano, che sostengono l’attuale primo cittadino. Con il quale, del resto, il feeling del presidente del movimento “Non remare contro” è di antica data e ben documentato. L’obiettivo è dunque ora poter lavorare insieme per una Milano ancora più sicura. Ecco come.

Dopo un passato politico nelle fila del centrodestra, la sua candidatura per una lista a sostegno di Sala: che cosa l’ha convinta del primo cittadino e della proposta riformista in particolare?
Dopo l’esperienza fatta alle ultime elezioni regionali con la lista “Obiettivo Lombardia per l’Autonomia”, in cui la lista ha ottenuto oltre 62mila preferenze dai cittadini lombardi e nella quale sono risultato il più votato a Milano, ho avuto un lungo confronto con il sindaco Sala in merito alla sicurezza dei cittadini milanesi. A seguito di questo confronto Sala, riconoscendo la mia lunga esperienza nel settore e ritenendo valide le proposte avanzate, mi ha offerto un rapporto di collaborazione gratuita che ho accettato con entusiasmo ma che tuttavia non ho potuto attuare per circostanze impreviste legate alla pandemia. Nel momento in cui sono state indette le elezioni amministrative milanesi, sono stato contattato e invitato a far parte della lista civica “I Riformisti – Lavoriamo per Milano con Sala”, con l’obiettivo di portare avanti le iniziative di sicurezza già precedentemente discusse e condivise con Sala e i componenti della lista.
Del resto già sei anni fa non era passata inosservata ad Affaritaliani.it Milano la sua curiosità nei confronti di Sala. Un cerchio che si chiude?
Certamente! E’ noto a tutti che il mio interesse per Sala risale all’epoca della collaborazione di quest’ultimo con la Giunta Moratti in qualità di Direttore generale del Comune di Milano, mentre io ero consigliere comunale. L’interesse e la stima per Sala si sono rafforzati quando è stato nominato commissario unico e Amministratore delegato di Expo 2015, e io facevo parte della Commissione consigliare Expo e al contempo ero sostituto commissario della Polizia di Stato presso il Commissariato di Rho-Pero. In tale occasione ho avuto modo di apprezzare ulteriormente le qualità umane, la competenza e la professionalità di Beppe Sala.
Quali sono i temi e le criticità per Milano che vorrebbe vedere più al centro dell’azione politica di un eventuale Sala-bis?
I temi principali che mi stanno particolarmente a cuore in riferimento alla mia esperienza professionale di ex poliziotto riguardano la sicurezza, l’ordine e la rimozione del degrado. L’obiettivo è quello di lavorare per una città sicura e vivibile a qualunque orario. L’intento generale è quello di concentrare la Polizia locale su una attività di “educazione all’ordine” e su un approccio all’attività di controllo e di prevenzione più qualitativo che quantitativo.
Cosa intende?
Gli agenti dovrebbero rivolgere in modo particolare la loro attenzione all’accertamento delle violazioni dei fatti illeciti che maggiormente incidono negativamente sulla qualità della vita e talvolta sulla stessa incolumità dei cittadini. In altri termini, le multe non dovrebbero essere mirate a rimpolpare le casse del Comune ma all’educazione alla legalità.
Qualche esempio?
In materia di Polizia stradale, questo significa dare precedenza assoluta a comportamenti da sanzionare quali sosta sulle strisce pedonali, in curva, su stalli per i disabili, sulle piste ciclabili, passi carrai e soste in doppia o tripla fila, unitamente alla guida in stato di ebbrezza o usando il cellulare. Altro problema da affrontare è quello del disturbo della quiete pubblica, particolarmente sentito nei mesi estivi e durante i fine settimana nei luoghi adiacenti la movida. Ed ancora gli illeciti ambientali come l’abbandono dei rifiuti e la mancata raccolta delle deiezioni dei cani.
Da commissario di Polizia in congedo: fa bene Bernardo a girare con la pistola?
Ritengo inutile ed inopportuno che un libero cittadino, a maggior ragione se espleta attività pubblica, porti con sé un’arma. Io stesso al momento del congedo ho rinunciato a girare armato.
Restiamo sul tema sicurezza: come giudica la situazione oggi a Milano e dove si può intervenire per migliorare ulteriormente?
Ritengo Milano, in confronto alle altre città italiane, una città relativamente sicura. Ma questo fatto convive con una percezione di insicurezza sicuramente elevata, per cui ritengo doveroso realizzare alcuni interventi in materia. Ripensando in modo strutturale l’organizzazione dell’attività delle Forze dell’Ordine sul territorio ed introducendo condizioni operative innovative che ritengo indispensabili.
In che modo?
Un caposaldo della proposta che ho in mente è la suddivisione della Polizia locale in nove presidi per la sicurezza urbana, uno per ogni Municipio, ognuno con la propria catena di comando indipendente. Il personale deve essere ovviamente distribuito in percentuale agli abitanti. I presidi di zona devono avere funzione prettamente di prevenzione e controllo del territorio. Andrebbe quindi istituito un decimo comando, quello centrale, con funzione di coordinamento, attività amministrativa e di eventuale intervento a supporto su tutto il territorio.
Come si immagina il funzionamento di questa sorta di super-centrale operativa?
Si tratterebbe di un Soc, security operation center, un sistema in grado di rilevare in tempo reale le criticità specifiche che esistono su strade e piazze di qualsiasi quartiere del territorio milanese anche grazie all’utilizzo di tecnologie e strumenti come dashboard map per estrapolare in tempo reale le criticità e software di video analisys con alert di selezione automatica di immagini significative dagli impianti di videosorveglianza. Ed ancora, una efficace connessione real-time tra tutte le centrali operative, ovvero Polizia locale, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del fuoco, 118, Protezione civile, Prefettura ed enti come Atm, A2A, Amsa. Come sede potrebbe essere utilizzata la struttura comunale di via Drago, un autentico lascito alla città da parte di Expo 2015.
Sembra un progetto piuttosto ambizioso e impegnativo. Ci sono le risorse, anche in termini di personale?
Parte integrante di questo progetto è il potenziamento delle dotazioni organiche della Polizia locale, ma anche – allargando il quadro – di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria. E poi cambierebbe l’approccio alle cosiddette attività di supporto.
In quale direzione?
Attività per le quali non si richiedono particolari qualifiche, come ad esempio il presidio presso gli attraversamenti pedonali delle scuole, potrebbero essere delegate a volontari qualificati. Così come le attività di monitoraggio e di osservazione e presenza in zone particolarmente a rischio devono essere affidate, tramite le associazioni di categoria, ai volontari in pensione delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, in quanto persone con esperienze specifiche. Gli stessi volontari potrebbero quindi fornire ulteriore supporto in luoghi sensibili come gli accessi alle scuole, a contrasto di potenziali crimini legati a spaccio o pedofilia. Ovviamente tutti i volontari devono essere alle dipendenze del presidio di Polizia locale a cui sono stati assegnati e rispondere direttamente al referente di quel presidio. (affaritalia 6 settembre 2021)