(1) – Berlusconi: il Pd non sa gestire una banca come potremmo lasciargli gestire il Paese?

Silvio Berlusconi, intervistato al Tg1, non replica a Mario Monti, che ha aperto ad un’alleanza con il Pdl ma senza l’ex presidente del Consiglio. ”Il Popolo della Liberta’ ha gia’ risposto”.

“L’Imu – prosegue – è il segno evidente dell’insipienza e dell’inadeguatezza di Monti e del suo governo di tecnici, che non hanno saputo neppure intravedere le gravi conseguenze della loro decisione sulla prima casa. Noi invertiremo completamente la rotta abrogando l’Imu al primo Consiglio dei ministri, riorganizzando la macchina dello Stato che ci costa oltre 800 miliardi all’anno. Potremmo in questo modo ridurre la spesa pubblica di 16 miliardi ogni anno e utilizzare questi risparmi in favore delle imprese con la riduzione dell’Irap e in favore delle famiglie con l’introduzione del quoziente familiare”. Per Berlusconi la vicenda Mps dimostra che “la sinistra” non può governare il Paese. “E’ chiaro a tutti che se la sinistra non sa gestire una banca, non può governare il Paese. Su questa vicenda tra Monti e Bersani si sono già detti di tutto e di più. E’ noto che nelle regioni rosse la sinistra controlla vaste parti dell’economia, a partire dalle cooperative e dalle banche”. L’Mps, conclude, è la terza banca italiana e adesso la priorità è “trovare soluzioni concrete”. Le colpe, se ci sono, le vedremo dopo. La banca ha sei milioni di clienti e trentamila dipendenti”.

(2) – “Abbiamo ripreso dieci punti in un mese”

“Credo che abbiamo compiuto un piccolo miracolo recuperando 10 punti in meno di un mese. I dati che abbiamo noi sono diversi da quelli pubblicati da Repubblica, e io credo di più ai dati Euromedia E confido che siano quelli reali. Esiste ancora un numero importante di elettori che sono nell’area del non voto. Gran parte di questi elettori, quasi il 50% sono elettori che nel 2008 ci avevano dato il loro voto”. Lo afferma Silvio Berlusconi in un’intervista rilasciata al Telegiornale dell’emittente T9. “Ho fiducia nel fatto che noi possiamo portare a casa ancora quel 40% di elettori del 2008 ancora indecisi. Con questo confido di poter avere la maggioranza e di utilizzarla subito per modificare la costituzione e rendere il nostro paese finalmente governabile”. “Bisogna cambiare il sistema di elezione dei membri della Corte Costituzionale, e credo che sarebbe finalmente ora di dare ai cittadini il diritto di eleggere direttamente il Presidente della Repubblica”. “Non credo che ci sia nessuna possibilità di collaborazione tra noi e questo ‘centrino’ che annovera Casini, Monti e Fini. Sono personaggi con cui abbiamo avuto a che fare in passato, e che per tanto riteniamo non siano davvero possibili come nostri interlocutori”.

“Noi pensiamo che con un cammino di cinque anni si possa ridurre il costo della macchina dello Stato che ammonta a ottocento miliardi, riorganizzandolo. Riteniamo che si possa ridurre questo costo di sedici miliardi, divisi in due parti: una parte per quanto riguarda il debito pubblico ed altre cose, l’altra parte per ridurre le imposte sulle imprese, per arrivare alla progressiva sparizione dell’Irap e l’altra meta’ sulle famiglie per dare il via a quel quoziente familiare che da tempo riteniamo sia il sistema migliore per far gravare meno tasse a chi e’ gravato da due, tre, quattro figli, rispetto a chi e’ single. Questi risparmi si sommeranno ogni anno, fino ad arrivare al quinto anno a una riduzione del costo di ottanta miliardi.”

“Se vinceste cinquanta mila euro al totocalcio a chi li dareste per investirli? A un professorino come Monti che ha sempre visto e guardato l’economia dal buco della serratura della sua aula? O a un politico di mestiere come Bersani? O a tutti gli altri politici di mestiere come Fini e Casini? A Vendola che vuole mandare i ricchi all’ inferno? Io gli ho detto che invece mi piacerebbe mandare lui nel paradiso Comunista di una Corea per esempio, dove ancora c’e’ il Comunismo ortodosso”.

“Le nostre liste non possono essere piu’ accusate di avere degli ‘impresentabili’. Noi avevamo dei colleghi che erano stati attaccati da certi Pm e che avevano vissuto una situazione utilizzata da parte della sinistra e dei giornali di sinistra per fare scandalo. Abbiamo dovuto chiedere a questi colleghi -alcuni dei quali miei amici-, di fare un passo indietro per evitare che la campagna elettorale si presentasse con accuse su presenze nelle nostre liste e con questo si sarebbe trovato il modo di non farci parlare dei contenuti del nostro programma”.

Il rischio della dispersione del voto “è reale” a causa della legge sulla par condicio: “abbiamo tutti lo stesso spazio di comunicazione attraverso la tv e la radio in questo finale di campagna elettorale. Non sono riuscito a cambiare la legge perche’ nella nostra maggioranza esistevano partiti come An e come Casini, che profittavano di questa legge e non ci hanno lasciato la possibilita’ di cambiaria. Questa legge dice che i grandi partiti, noi e il Pd, abbiamo esattamente lo stesso tempo del primo partitino che si è presentato anche per la prima volta nella campagna elettorale. Il risultato di questo e’ una tendenza non al bipolarismo, ma al contrario, al frazionamento del voto. E credo che questa sia un’altra difficolta’ grande da superare”. “Nel Lazio abbiamo scelto Francesco Storace che e’ una persona molto solida di suo, come uomo e che come politico ha gia’ avuto l’ esperienza di governo della regione con buoni risultati. E’ stato mio ministro, e si e’ dovuto dimettere per un’azione che gli era stata intentata dalla procura di Roma e che poi si e’ chiusa con un nulla di fatto”. “Noi riteniamo che lui sia la persona giusta, è un conoscitore di Roma perche’ ci vive da sempre. Sono amico di Francesco Storace ed ho molta fiducia in lui. Certamente noi a bbiamo impiegato del tempo per trovare un candidato che avesse delle chance di vittoria. E’ poi alla fine abbiamo dovuto riconoscere che il candidato con maggiori chance sarebbe stato proprio Storace”. “I tempi di attesa sono stati anche dovuti al fatto che noi qui abbiamo pagato lo scandalo Fiorito, che è stato qualcosa di disgustoso che ha portato all’attenzione degli italiani questa politica-mestiere per quanta riguarda qualcuno, che non fa politica per passione ma per guadagnarci. L’immagine negativa e’ scesa su tutti noi e spiega anche la grande quantita’ di persone indecise nel dare il voto. Quindi probabilmente abbiamo pagato questa nostra lentezza, questo ritardo nella decisione, e quindi si e’ arrivati alla decisione su Francesco Storace che e’ stato sin dal inizio il mio candidato, e che io avevo presentato come mio candidato a tutti gli altri”.

(3) – Alfano: possiamo vincere anche alla Camera

“Abbiamo fatto un grande sforzo di rinnovamento che ritengo coerente. Non siamo un partito giustizialista, siamo una partito garantista. In questo senso raccontiamo la nostra storia che e’ quella di un grande movimento di popolo che ha saputo vincere e ha saputo, in questa campagna elettorale, presentare delle liste fortemente rinnovate”. Lo ha detto il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano a Palermo in occasione dell’apertura ufficiale della campagna elettorale in Sicilia.“Noi pensiamo – aggiunge – di portare il premio di maggioranza in Sicilia al Senato e di contribuire attraverso il successo siciliano a vincere anche al Senato. Alla Camera pensiamo di prevalere con una battaglia elettorale che ci vedra’ recuperare un punto a settimana per quattro settimane. Secondo i nostri sondaggisti il divario esistente tra Pd e Pdl o meglio tra la coalizione guidata da Bersani e quella guidata da Berlusconi e’ di cinque punti. Questi punti pensiamo di recuperarli in quattro settimane”. “Abbiamo fatto delle liste forti in Sicilia sia orientale che occidentale, una lista molto forte al Senato capeggiata dal presidente Berlusconi e dal presidente del Senato Renato Schifani. Crediamo di avere delle liste forti e di potere fare una campagna elettorale con l’umore che si ha quando si sente il profumo di successo nella propria terra. Speriamo che vada bene”. E prosegue: “Monti strilla troppo tardi sul Monte dei Paschi di Siena. Giustifichi questa barca di soldi che ha dato alla banca, circa 4 miliardi. Sara’ una coincidenza ma e’ l’equivalente dell’Imu. Si tratta di una valanga di soldi arrivati all’Mps e di cui il Governo deve rendere conto. Le aperture di Monti al Pdl sono ipocrite e finte. Noi non siamo interessati perche’ Monti pone la condizione che non ci sia Berlusconi. Pensiamo a vincere da soli e non riteniamo che questa coalizione di centro destra abbia la necessita’ di avere a che fare con Monti”. “Siamo agevolati dal disvelarsi dello scandalo Mps dove la sinistra e’ dentro fino al collo e non puo’ scansarsi. Il Pd ha sempre gestito, prima come Pc poi come Pds Ds e infine come Pd il Comune di Siena che controlla la Fondazione che a sua volta controlla la banca. Quindi il controllo politico della sinistra italiana e’ assai certo ed e’ surreale il tentativo di spolverare la giacca come nulla fosse. Gli italiani non sono stupidi capiscono cosa vuol dire affidare la gestione ad una sinistra che quando non e’ sottoposta ad un forte controllo democratico abusa dei propri poteri”.

“Le soluzioni giuridiche le troveranno gli organismi competenti, quello che e’ certo e’ attribuire una responsabilita’ per quel che e’ accaduto. Non e’ possibile che non ci siano responsabili e mi permetto di dire che se le responsabilita’ stanno a sinistra non e’ possibile che siano accertate dopo le elezioni. La responsabilita’ per cio’ che di grave vi e’ stato va detta prima”, conclude.

 PdL/Alfano scrive a Migliori: respingo le tue dimissioni

 

Il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano ha inviato a Riccardo Migliori una lettera nella quale respinge le sue dimissioni da coordinatore regionale vicario del Pdl in Toscana e nella quale gli rinnova la sua stima.’Comprendo anche il tuo malumore, ma ti assicuro che la composizione delle liste non e’ stata fatta in alcun modo esautorandoti dal ruolo di vice coordinatore, al contrario, ogni tua valutazione e’ stata sempre affrontata con la consapevolezza che essa proveniva da persona autorevole e conoscitrice della realta’ del territorio. Come avrai compreso, tuttavia, queste liste hanno dovuto sopportare il peso di una situazione critica, che ci ha costretti a sacrifici dolorosi e che mai avremmo voluto fare, compreso il tuo”.

(4) – L’ultima barzelletta, Monti taglia le tasse

La paura fa novanta. Ecco così Mario Monti promettere tranquillamente “la riduzione dell’Imu già dal 2013, quella dell’Irpef e dell’Irap già dal 2014“. Ma non era “salito in politica” proclamando che “chiunque vi dica che toglierà l’Imu poi dovrà rimetterla doppia“? Non aveva bollato come “Un pericolosissimo e illusionistico passo indietro rivedere l’imposta sugli immobili, anche solo sulla prima casa”? Citiamo testualmente dalla conferenza stampa di fine anno dell’allora premier uscente e dimissionario, ma non ancora candidato. Passano tre settimane ed ecco Monti, il 14 gennaio, stavolta in piena campagna elettorale, definire Silvio Berlusconi “un pifferaio magico” per le sue proposte di riduzione delle tasse, con l’aggiunta, bontà sua: “Una volta illuse anche me“. Altre due settimane, ed il preside bocconiano promette, promette, promette: non solo l’Imu, ma anche l’Irap e l’Irpef. Domanda: dove trova le coperture di bilancio? Ma soprattutto: che cosa è cambiato? Alla prima non c’è risposta. Quando il Popolo della Libertà e Berlusconi hanno illustrato il nostro programma elettorale abbiamo minuziosamente indicato come e quando ridurre le tasse: per l’abolizione (totale) dell’Imu sulla prima casa, aumento delle imposte su tabacchi, alcolici e scommesse, cioè su voci non di prima necessità, anzi nocive. Quanto all’Irap e all’Irpef, riduzione parallela di 80 miliardi in cinque anni della spesa improduttiva dello Stato: tutto scritto, voce per voce, scadenza per scadenza. Il premier tecnico? Niente: solo la lettura di un foglietto, evidentemente preparato frettolosamente da altri.

Molto più semplice rispondere al quesito numero due. Che cosa è cambiato? Perché altro che pifferario: Monti si improvvisa incantatore di serpenti. E’ il primo a sapere che se esistono promesse irrealizzabili sono proprio le sue. Visto che si alleerà con la sinistra, che ha già in programma l’aumento della spesa pubblica e la patrimoniale. E perché in oltre un anno di governo le tasse le ha sapute solo aumentare. Con quale credibilità parla? Il problema di Monti è molto semplice: come candidato premier non sfonda e non sfonderà, il suo centrino è il fiasco più evidente di questa campagna. Uscendo da palazzo Chigi gli veniva attribuita una fiducia residua del 32 per cento. Un dato gonfiato, ma che adesso si è più che dimezzato da quando Monti si è messo in politica promesso sposo della sinistra. Ancora peggio le sue liste. Quella personale è ben sotto al dieci per cento, l’Udc sotto al quattro, i finiani ridotti a un prefisso telefonico. Allora come fidarsi delle sue promesse? Semplice: infatti gli italiani non si fidano.

(5) – “Il centrino? Nessuna politica chiara”

“Monti sembra un guidatore di sidecar perche’ continuamente fa brusche sterzate, sia verso destra che verso sinistra. L’altro ieri ha attaccato frontalmente il Pd dicendo che portava la responsabilita’ del Mps e oggi si contraddice con una parziale marcia indietro; ieri lanciava aperture al Pdl, addirittura l’alleanza purche’ fosse senza Berlusconi. Oggi dice che non fa nessuna alleanza con il Pdl”. Lo sottolinea il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. “Insomma, quando il centro era una cosa seria, cioe’ quando era costituito da una forza credibile e rappresentativa come la Dc, esso – ricorda – era in grado di esprimere una posizione politica stabile, invece questo centrino formato dall’improbabile ed eterogeneo terzetto Monti-Fini-Casini e’insieme molto ristretto e privo di una ipotesi politica forte. Per questo oscilla continuamente fra alleanze ostili alla sinistra e alla destra, il gioco tattico, ma in sostanza questo centro non esprime nessuna posizione politica chiara”.

Gelmini: su Imu e tasse Monti rinnega Monti

“Su Imu e tasse Monti rinnega Monti. Effetto Berlusconi. Ma lui non chiede e non si chiede da dove prende quei soldi. Lo chiede solo a Berlusconi”. Lo dichiara Mariastella Gelmini, Pdl.

Santanché: Monti è ossessionato da Berlusconi

“Monti continua ad essere ossessionato da Berlusconi: ripete quasi fosse una litania il suo si al Pdl solo a patto di escludere il Cavaliere. Condizione insieme ridicola e insostenibile”. Lo ha affermato in una nota Daniela Santanchè, esponente del Pdl. “In questo ormai quotidiano odi et amo non ci sarà in fondo l’insostenibile leggerezza del tecnico per la politica?”.

(6) –  “Amico di Israele e contro le dittature”

“Le mie analisi storiche sono sempre state fondate sulla condanna delle dittature: mi rammarico perciò di non aver esplicitato questo dato fondamentale in una delle tante risposte volanti che ho dato stamani alle tante domande dei giornalisti che mi premevano all’ingresso del Museo dell’Olocausto. Non ci può essere alcun equivoco sulla dittatura fascista, lo ribadisco, anche se pensavo che questo dato fosse chiaro per tutta la mia storia politica passata e presente”. Lo afferma in una dichiarazione Silvio Berlusconi. “Rivendico anche il mio ruolo di amico storico di Israele, unico presidio di libertà e di democrazia nel Medio Oriente. Nulla può mettere in discussione questa mia convinzione profonda, che è la convinzione di una vita, testimoniata più volte nel corso degli anni. Mi spiace peraltro che qualcuno da sinistra abbia cercato di imbastire una speculazione politica sulle mie dichiarazioni, evidentemente con la finalità di fare campagna elettorale”.

Angelino Alfano – “Il Giorno della Memoria è la celebrazione del ricordo, ma anche del riscatto dell’umanità che davanti agli efferati crimini commessi in nome dell’odio razziale ha scelto i valori alti dell’uguaglianza e della libertà. L’Olocausto è un simbolo immortale contro qualsiasi forma di discriminazione ed è al tempo stesso un silenzioso monito a vigilare perché ogni focolaio, figlio dell’antico odio, possa essere soppresso. Per tutte queste ragioni, in questo giorno, queste strumentali polemiche portate avanti, quasi con ritmo ossessivo, dalla sinistra si macchiano di qualcosa di più disonorevole poiché utilizzano la memoria per bassi scopi. Questi attacchi al presidente Silvio Berlusconi sono, dunque, pretestuosi e sganciati dalla realtà perché fanno finta di dimenticare che Berlusconi è da sempre a fianco del popolo di Israele, oltre che sostenitore attento dei principi di democrazia in tutto il Medio Oriente. Questo gravissimo tentativo di distorsione delle parole di Berlusconi mostra con chiarezza l’atteggiamento schizofrenico tenuto sempre dalla sinistra, accecata da un antiberlusconismo di maniera, e conseguentemente la sua incapacità a governare con serenità il nostro Paese”.

Anna Maria Bernini – “La vergogna dell’Italia non è Silvio Berlusconi, che oggi ha definito le leggi razziali ‘la peggior colpa’ di Mussolini, ma Antonio Ingroia e tutti coloro che da sinistra non si vergognano di strumentalizzare le sue parole nel Giorno della Memoria. Il presidente Berlusconi ha sempre combattuto l’antisemitismo. Come capo del governo ha rivoluzionato la nostra politica estera in Medio Oriente, facendo dell’Italia il paese europeo più vicino a Israele, ha preso posizioni coraggiose all’Onu poi seguite dai nostri partner occidentali contro l’antisemitismo di Ahmadinejad e l’uso anti-israeliano del rapporto Goldstone su Gaza, ed è stato a parlare alla Knesset”.

Michaela Biancofiore – “La disonestà intellettuale è tipica di certa politica che infatti è sempre più lontana dal vissuto dei cittadini. La levata di scudi odierni contro – uno a caso, tale Silvio Berlusconi, del saccente mondo politico conferma tale assunto. Berlusconi nel dire che di Mussolini ci sono cose da salvare, dice una grande verità e basterebbe guardarsi intorno per ammetterlo. Di certo non si riferiva a leggi e atteggiamenti liberticidi che è stato il primo a condannare tanto più in una giornata nella quale ‘siamo tutti ebrei’”.

Daniele Capezzone – “Un modo vero e serio di onorare il Giorno della Memoria è quello di ricordare un passato tragico, la più spietata e scientifica operazione di eliminazione di milioni di donne e uomini, affinché un incubo simile non sia mai dimenticato, ma anche di guardare al presente e al futuro, difendendo con forza lo Stato di Israele da chi vorrebbe cancellarlo o tenta di contrastarlo con la violenza terroristica e il sangue”.

Fabrizio Cicchitto – “Ancora siamo in debito con i nostri concittadini ebrei non solo per le leggi razziali e per la orrida gestione dell’antisemitismo avvenuta sia durante gli anni ‘38-’43 sia durante la Repubblica di Salò, ma anche per il comportamento di quegli italiani che durante quegli anni tragici fecero le spie e i delatori presso i nazisti. In quegli anni in Italia infatti ci fu un misto di abnegazione come nel caso di Perlasca, Palatucci e di quei sacerdoti che aprirono i loro conventi ai perseguitati, e di abiezione. Quanto a Mussolini, sui cui adesso si sta aprendo una discussione del tutto strumentale – forzando il senso delle parole di Berlusconi che si riferiva evidentemente ad alcuni aspetti delle politiche di assistenza sociale e di sostegno alle famiglie – egli fu un dittatore e tutte le dittature vanno condannate. Va anche detto che la dittatura fascista non raggiunse mai l’orrore di quella nazista che produsse i campi di sterminio, e di quella comunista di Stalin che fece dei gulag uno strumento di distruzione sistematica dove morirono anche comunisti di varie nazioni, compresi alcuni comunisti italiani”.

Maurizio Gasparri – “I sentimenti democratici di Berlusconi sono indiscutibili. Oggi, il sentimento di condanna delle leggi razziali e dello sterminio e delle responsabilità pesantissime che il Fascismo porta, sono posizioni che con chiarezza il Pdl esprime e rappresenta. Ora c’è il tentativo di montare una polemica ma mancano gli elementi. Far passare Silvio Berlusconi per una persona che non ha chiari i valori di democrazia e libertà è un modo inaccettabile di affrontare la discussione e la polemica. Lui è sempre stato un riferimento chiaro di tutela e di libertà”.

(7) – Quel che è accaduto non si ripeta mai più

E’ necessario non dimenticare la shoah per evitare che quell’orrore si ripeta. Lo ha scritto Silvio Berlusconi nel suo messaggio per il ‘giorno della memoria’.

“Il 2012 è stato uno degli anni più nefasti per gli episodi di razzismo e antisemitismo in Europa e nel mondo: perciò, ricordare l’olocausto, la Shoah, non è solo un dovere, ma è anche rispondere ad una emergenza. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare gli orrori e le tragedie frutto di un cieco odio razziale e religioso, crimini di inaudita efferatezza che hanno macchiato in modo indelebile la storia dell’umanità, colpendo 6 milioni di ebrei,oppositori del nazismo, cattolici, protestanti, evangelici, il popolo gitano, e migliaia e migliaia di disabili. E’ nostro dovere fare l’impossibile per impedire che ovunque nel mondo, qualcuno possa mai pensare di pianificare l’orrore”.

“Nulla mi ha colpito più della visita che anni fa feci ad Auschwitz. E l’idea che neppure quel che accadde nei campi di sterminio abbia guarito il mondo, mi addolora e amareggia chiunque sia dotato di umanità. Anni fa il premio Nobel Elie Wiesel, sopravvissuto agli orrori di Aushwitz, si domandò perché ricordare e rispose: ‘Per i morti è tardi, per i vivi no. Se non si può annullare il tormento, si può invece sperare, riflettere e prendere coscienza’. Ecco perchè non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Perchè quel che è accaduto non si ripeta più, mai più”.

Shoah/Schifani: non dimenticare mai quei fatti terribili

Ricordare. Non dimenticare l’orrore, perche’ non abbia piu’ a ripetersi. E’ il senso della visita che Renato Schifani rende al lager di Terezin, il campo di concentramento nazista dove vennero deportati 144.000 ebrei.

”Mai piu’ Terezin, mai piu’ Buchenwald, mai piu’ Mauthausen, mai piu’ Auschwitz. Questi sono posti che vanno visitati per tenere altissima la memoria ed evitare di dimenticare l’atto di barbarie in cui e’ caduta la furia collettiva di gente impazzita. Immaginare che esseri umani siano stati sottoposti a sistemi di vita inaccettabili ed incredibili mi lascia profondamente colpito e mi induce a lanciare un messaggio. Occorre venire in questi luoghi perche’ non si cada nell’oblio, non si dimentichino mai quei fatti terribili”.

(8) – Come fa Bersani a cadere dal pero

Da Italia Oggi, a firma Massimo Tosti

Oggi, in campagna elettorale, si potrebbe domandare a Monti se è stato opportuno obbligare i pensionati ad aprire un conto in banca per ritirare la pensione, e se ha un senso impedire acquisti in contanti per un valore superiore a mille euro. Con le banche che abbiamo, molti italiani ritengono che il materasso sia il luogo più opportuno sotto il quale conservare il «malloppo» guadagnato con il duro lavoro. Il 99 per cento degli italiani (il restante uno per cento era rappresentato dagli «addetti ai favori» e dai cittadini di Siena) fino a pochi giorni fa non aveva mai sentito nominare Giuseppe Mussari, presidente appena dimesso dell’Abi ed ex presidente del Monte dei Paschi di Siena. Si potrebbe domandare a Monti se è stato opportuno girare interamente alle banche i fondi concessi all’Italia dalla Bce di Mario Draghi.

Si potrebbe domandare, ancora, a Monti, nella sua qualità di professore di Economia alla Bocconi e di leader di una coalizione che spera di raccogliere un consistente gruzzolo di voti nelle prossime elezioni, se gli italiani devono conservare una fiducia totale nel sistema bancario che (dal fallimento della Lehman Brother, ma anche da prima in Italia: da quando il governatore della Banca d’Italia, Fazio, fu costretto a dimettersi per un’altra vicenda collegata alle fusioni e alle conquiste degli istituti di credito di casa nostra) ormai da parecchi anni riempiono le pagine di cronaca giudiziaria più ancora di quelle economiche. Molta gente si sta convincendo che le carte di credito sono l’ultimo anello di una catena sciagurata (di cui l’Italia è stata protagonista nei secoli, fin da quando la famiglia dei Medici finanziava l’imperatore Carlo V e il papato) che ha rotto la sana economia del baratto, che dominava la scena nei tempi precedenti. È il progresso, bellezza! rispondono gli accademici con il tono sprezzante di chi la sa lunga. Ma la gente comune (quelli che hanno già pagato con le truffe della Parmalat e dei bond argentini) si domanda se è inevitabile che il progresso sia essere così carogna.

Lasciamo perdere poi le collusioni fra il potere bancario e quello politico. Forse perché ha rinunciato alla ricandidatura in parlamento, l’unica confessione è venuta da Massimo D’Alema, che ha rivendicato al Pd il merito di aver estromesso Mussari dal Monte dei Paschi. Aveva il potere di licenziarlo, semplicemente perché aveva avuto il potere di assumerlo. Non è questo il punto debole del Pd, coinvolto in questo gioco come tutti gli altri partiti (e come lo stesso Monti che ha nominato ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, un banchiere). Il punto debole è rappresentato da Pierluigi Bersani (quello che smacchia le tigri e lascia gli uccellini sul tetto) che è caduto dal pero (come la mela di Newton) e dichiara che il partito è una cosa e le banche un’altra. Lui, probabilmente, acquista in contanti fregandosene del limite dei 1.000 euro, e non ha neppure fatto caso al fatto che ormai in Italia ci sono più sportelli bancari che fruttivendoli. A Bettola può darsi che le banche non le abbiano mai viste. Ma nel resto d’Italia hanno sfrattato tutti i commercianti falliti per colpa loro.

(9) – “Il Pd annaspa sul caso Mps”

Dai giornali di oggi, lunedì 28 gennaio

La Stampa (Marcello Sorgi) – Negli ultimi giorni il tono degli interventi del presidente del consiglio s’è indurito: non si sa se per effetto dei consigli dell’esperto americano che ha voluto al suo fianco, o dei sondaggi sulle sue liste, che segnano tendenza al ribasso. Fatto sta che ieri il Professore ha messo a segno un “uno-due” contro i leader di centrosinistra e centrodestra, ricavandone come reazione colpi molto vicini alla cintura… non é chiaro a cosa miri la nuova strategia comunicativa del premier. Al momento della sua “salita” in politica aveva promesso una campagna sui contenuti, basata sulla sua agenda e rivolta a un confronto serrato con i competitori, per rendere loro più difficile il ricorso al populismo. Evidentemente un messaggio e uno stile così anglosassoni… si sono rivelati insufficienti. Così come é risultata irrealistica la proposta di federare i riformisti dei vari schieramenti in dissenso con gli atteggiamenti conservatori dei loro partiti. Di qui il nuovo “Monti di lotta”, all’attacco contro tutti. Ma il professore riuscirà ad allargare i suoi consensi se renderà chiaro, di qui al voto, con chi pensa di tornare a governare. E non solo a chi vuol fare la guerra.

Il Tempo (Sarina Biraghi) – Sedotto e abbandonato. Dopo un anno di governo tecnico, il Professore è stato solleticato nell’amor proprio e spinto a «salire» in politica ma, ad un mese dal voto, rischia di rimanere isolato. A parte i sondaggi, un poco rassicurante 15% tendente al ribasso e la stroncatura del Financial Times, l’alleanza sulla Scelta civica per Monti si sta sfaldando… Insomma, se «dentro» l’alleanza si avvertono i primi maldipancia, Mario Monti d mette anche del suo per incrinare i patti «esterni» che sembravano ben stretti. E così, pur avendo sempre sostenuto che è meglio convincere che fustigare, ieri ha dato una bella scudisciata alla sinistra sul caso Monte Paschi: «Il Pd c’entra in questa vicenda perché ha sempre avuto molta influenza sulla banca e sulla vita politica di Siena». Bersani, e non solo lui, non ha gradito: «Trova un difetto al Pd tutti i giorni, per un anno non ne ho mai sentiti».

Libero (Andrea Morigi) – Antonio Ingroia si fida di un medico coinvolto nella “truffa delle staminali”. Tanto da presentarlo come proprio capolista. Se alcuni candidati di Rivoluzione Civile non si possono collocare fra gli “impresentabili” il motivo è che dovranno presentarsi in tribunale, come nel caso del pediatra Marino Andolina, indagato dal pm Raffaele Guariniello nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino su una presunta associazione per delinquere che somministrava «medicinali guasti» e «in modo pericoloso per la salute pubblica»… E proprio nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, il partito di Ingroia candida come capolista, in quota Rifondazione Comunista, Andolina, il quale si difende dichiarandosi vittima innocente di rivalità professionali… Qualche profilo d’incompatibilità, non giudiziaria, si presenta anche per Alessandro Ruotolo. Il giornalista a lungo collaboratore di Michele Santoro è candidato in tre circoscrizioni alla Camera con Ingroia e per lo stesso si presenta anche come candidato governatore del Lazio. E inoltre ci si può legittimamente chiedere cosa ci faccia in lista Luigi Li Gotti, un passato nell’Msi ed ex legale dei pentiti di mafia da Tommaso Buscetta a Marino Mannaia…

Italia Oggi (Marco Bertoncini) – Quale che sia lo spostamento di simpatie determinato dalla vicenda del Montepaschi che emergerà dai sondaggi, un fatto è innegabile: il Pd annaspa… Dire che i democratici siano imbarazzati sarebbe ridurre lo stato d’animo in cui si trovano gli esponenti del partito. La frecciata lanciata loro da Mario Monti conferma le mediocri condizioni in cui il partito si dibatte… Più le risposte si traducono in scaricabarili o cercano di ridurre il problema all’insignificanza, peggio ne esce il Pd. Una scoppola inattesa, insomma, che per Bersani non ci voleva.

Il Giornale (Pier Francesco Borgia) – Fratelli d’Italia? Piuttosto «fratelli coltelli», penserà il presidente della Camera in merito all’ultima iniziativa della sezione di Lodi, della neonata formazione politica guidata da Guido Crosetto e Giorgia Meloni… In piena campagna elettorale non si risparmiano colpi; ed è così che un gruppo di militanti di Fratelli d’Italia si è recato a Montecarlo martedì scorso. Oggetto della visita? Naturalmente quello di verificare se al numero 14 di boulevard Princesse Charlotte risiedesse ancora Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di chi ancor oggi siede sulla poltrona più alta di Montecitorio. L’amara scoperta, per i giovani attivisti, è stata di constatare che al citofono persiste il nome di Tulliani. Indignati, hanno deciso di apporre sul campanello, sulla cassetta delle lettere e sulla porta d’ingresso dell’appartamento cartelli con lo slogan «Fini, ridacci il maltolto». Il riferimento è chiaro. Nel comunicato che accompagna il raid si parla di «svendita» di un appartamento che era entrato nel 1999 nel patrimonio di Alleanza nazionale, come dono della contessa Anna Maria Colleoni, ultima discendente del celeberrimo condottiero Bartolomeo…