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Lo scorso anno la spesa delle famiglie ha subito un tracollo di 35 miliardi (-4%), nell’anno in corso il calo sarà di 10 miliardi. Pesa soprattutto l’aumento della pressione fiscale salita a quota 34 miliardi.

Nel biennio 2012-2013 la flessione dei consumi sarà pari a 45 miliardi di euro: nel solo 2012, la spesa delle famiglie ha subito un tracollo di 35 miliardi (-4%), nell’anno in corso il calo sarà di 10 miliardi. Nel complesso la capacità d’acquisto di ogni famiglia si ridurrà di duemila euro. E’ il grido d’allarme di Confesercenti lanciato dal presidente dell’associazione, Marco Venturi secondo cui la crisi sta travolgendo soprattutto le piccole e medie imprese.

Confesercenti punta il dito contro l’aumento della pressione fiscale che riduce la capacità di spesa delle famiglie. Secondo lo studio presentato oggi con l’introduzione di Imu e Tares, gli adeguamenti di Iva e Ires, il prelievo fiscale complessivo nel 2013 aumenterà, rispetto al 2012, di 10 miliardi a quota 34 miliardi: 20 miliardi saranno a carico delle famiglie, pari a 800 euro a nucleo. Per le imprese il conto totale è di 14 miliardi, 3mila euro ad azienda.

Insomma, le mosse del governo rischiano di trascinare il paese in una spirale recessiva, perché l’impatto sul Pil è stimato in una sottrazione alla crescita dello 0,7% con un calo della spesa che arriverà – nel biennio – al 6% nelle bevande alcoliche e tabacchi, all’8,9% per abbigliamento e calzature e del 4,2% per alimentari e bevande con l’acquisto di carne che scenderà del 5,2%.

“Bisogna recuperare 70 miliardi, attraverso tagli alla spesa e agli sprechi per 50 miliardi” ha rilanciato Venturi secondo cui le entrate che arriverebbero dai tagli alla spesa pubblica dovrebbero poi essere “investite per ridurre la pressione fiscale e fare funzionare meglio il Paese”. A testimonianza di uno scenario che resta difficile le 64.126 imprese che nel 2012 hanno cessato la loro attività. Peggio, secondo Confesercenti nel 2013 chiuderanno 450mila imprese in totale, di cui 72mila nel commercio al dettaglio con un ritmo di 281 chiusure al giorno.

(Fonte: Repubblica.it)