(1) – Berlusconi: Monti e Bersani disperati. PdL in crescita, sorpasso ormai vicino

Intervistato a Studio Aperto, Silvio Berlusconi, commenta così le critiche di Monti e Bersani alla sua proposta sull’Imu: “sono disperati. Sono disperati perché credevano di avere la vittoria a portata di mano, invece hanno presentato un programma che prosegue la politica del governo Monti con il mantenimento dell’Imu, una nuova imposta patrimoniale, l’aumento dell’Iva e nessuna riduzione dell’Irap, l’imposta rapina sulle imprese, e noi li abbiamo quasi raggiunti anzi siamo in area di sorpasso”.

“La Corte dei Conti – aggiunge – ha confermato quello che io continuo con insistenza ad affermare: non si può continuare con questa politica dell’austerità, con un aumento della tassazione. Una tassazione sbagliata e dissennata sulla casa. Bisogna che per la ripresa si diminuiscano le tasse sulle imprese, famiglie e lavoro”. Parlando poi del rialzo dello spread e delle accuse che questo dipenda dalle promesse elettorali di Berlusconi: “è un’altra delle stupidaggini che abbiamo sentito da parecchio tempo, e soprattutto in questi giorni: gli interessi che dobbiamo pagare sui nostri titoli del debito pubblico sono assolutamente indifferenti sia all’attività’ di governo che ai programmi di governo. Dobbiamo registrare che l’Imu ha prodotto una distanza, un vallo, tra lo Stato e le famiglie. Da qui e’ derivata, subito, una riduzione dei consumi”.

“I sondaggi ufficiosi – dichiara – che abbiamo avuto ieri sera ci danno vicini ed in alcune regioni alla pari con la sinistra, nelle prossime 3 settimane via via che gli italiani capiranno il nostro impegno sull’Imu e che e’ una cosa possibile, io credo che saranno molti di più i voti a nostro favore. Puntiamo a riportare a casa gli elettori moderati che hanno votato per il Pdl e diciamo ai nuovi e ai giovani di non sprecare il loro voto, di non frazionarlo sui piccoli partiti che non vinceranno e toglieranno voti ai moderati”. Infine: “prima del ‘94 nessuno presentava un programma scritto, e’ stato con il mio ingresso politico che i cittadini posso conoscere quali sono gli impegni dei vari partiti. Ieri ho parlato di un possibile condono stiamo approfondendo quello che si puo’ fare. Inoltre, prima del 24 febbraio ci saranno altre cose positive da comunicare agli italiani”.

(2) – “Sono credibile perché mantengo le promesse”

“La Borsa va giù per il grosso scandalo del Monte Paschi di Siena. Praticamente ci si domanda dove sono andati a finire 3 miliardi di differenza fra il prezzo che si sapeva e quello pagato. Questo è il motivo di una sfiducia nel comparto bancario italiano degli operatori”. Lo spiega Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a Trieste, sottolineando di essere “l’unico politico che ha titolo per essere creduto quando fa le promesse”. “Il Pd su Montepaschi dice che non ha commistioni. È come dire che i pesci non hanno commistioni con l’acqua”. Con ironia ricorda che “mi hanno fatto 150mila intercettazioni, quasi quante ne hanno fatte per il caso Mps”. “La mia credibilità deriva dal mio passato di imprenditore. Bisogna vedere ciò che Berlusconi ha realizzato quando era al governo: il primo contratto con gli italiani è stato onorato all’80 per cento secondo l’università di Siena e 4 punti su 5 sono stati realizzati. Ho innalzato la pensione ai pensionati a un milione di lire, aumentato di un milione e cinquecento come promesso i posti di lavoro. Promisi di togliere l’Ici e nel primo Cdm la tolsi”.

“In questi 13 mesi di governo Monti si è creata una rottura tra cittadini e Stato e bisogna che gli italiani ricomincino a credere in uno Stato amico. Noi riteniamo l’Imu una tassa ingiusta e riteniamo corretto restituire quanto dovuto a chi l’ha pagata affinché possano guardare al futuro con fiducia. La politica del rigore applicata a una economia che soffre in una situazione di crisi come questa iniziata nel 2009 ha fatto male al Paese. Il modo con cui Equitalia ha affrontato i contribuenti, i blitz in Sardegna e a Cortina, il limite a una spesa in contanti per 999 euro hanno contribuito tra l’altro a questa rottura tra cittadini e Stato”. “I toni di questa campagna elettorale stanno diventando alti da parte di questo signore, Monti, per il quale ho controfirmato la nomina a senatore a vita essendo convinto che quello che lui aveva garantito al capo dello Stato, all’onorevole Bersani e a me: lui si sarebbe occupato del governo tecnico e non avrebbe approfittato della popolarità per presentarsi come protagonista nella campagna elettorale. Monti deve dimettersi da senatore a vita. Io ci ero cascato nel considerarlo una persona diversa, ma quando era al governo è emersa una lontananza dall’economia reale”.

“Gli italiani devono imparare a votare, hanno votato piccoli partiti che hanno in mente solo interessi particolari”.

“Serve una grande riforma della Costituzione perché il presidente del Consiglio possa cambiare ministri e perché i membri della Corte costituzionale siano ridotti a nove e siano di nomina parlamentare. E anche per poter eleggere direttamente il Capo dello Stato, ma per fare questo dobbiamo avere la maggioranza”.

“Il governo dei tecnici ha obbedito ai tedeschi”

“Sono convinto che noi in queste tre settimane potremo superare la coalizione di sinistra e vinceremo le elezioni. Stanno tornando a casa tutti gli elettori moderati che ci avevano dato il voto nel 2008 e che dopo il passo indietro del mio governo e il mio passo indietro dalla politica attiva sono rimasti delusi e si sono ritirati nell’area del non voto. Via via che ricostruiamo la verità delle cose cresciamo nei consensi e alla fine prevarremo”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, intervistato a Tele Radio del Mediterraneo. “La sinistra – aggiunge – è impantanata dietro un grosso scandalo, quello del Monte dei Paschi che evidenzia un fatto che sempre si verifica dove la sinistra è al potere: le istituzioni si identificano con il partito e questo impone i suoi progetti e i suoi uomini. Uno scandalo che mi rende ancora più convinto nel sorpasso che realizzeremo nelle ultime settimane prima del voto”. E ancora: “il governo dei tecnici ha obbedito ai tedeschi applicando la politica dell’austerità. Il nostro programma si basa su concetti liberali: meno tasse sulle imprese, sulle famiglie e sul lavoro, ciò comporta più consumi, più produzione, più occupazione e quindi più entrate per lo Stato che solo può aiutare chi è rimasto indietro”.

Parlando poi del programma di governo: “Equitalia ha avuto un comportamento violento, ha spaventato i contribuenti e per esempio ha fatto chiudere gran parte degli antiquari a Roma che si sono trasferiti a Mosca e a Dubai”. E ribadisce: “ho adempiuto integralmente ai contratti stipulati con gli italiani È questa la moralità della politica. E onoreremo ancora gli impegni assunti”. Infine: “nessuna collaborazione dopo il voto è possibile tra noi e la sinistra o tra noi e il centrosinistra, cioè con Bersani, Monti e Casini. I nostri programmi, infatti, sono assolutamente alternativi. Vedo una collaborazione piuttosto, ove noi non vincessimo e Bersani divorziasse da Vendola, tra Bersani Monti e gli altri, realizzando così il progetto di Fini e Casini di sottrarre settori moderati al centrodestra”.

(3) – Alfano: solo noi abbiamo un piano per diminuire le tasse e gli sprechi.

“Noi abbiamo espresso delle proposte all’interno del programma di governo e abbiamo parlato di alcune scelte che suggeriamo agli italiani come la revisione dei poteri di Equitalia e la lotta all’ evasione fiscale. Serve un riordino complessivo del rapporto tra il cittadino e lo Stato che oggi è percepito come ostile”. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano ospite de Lo Spoglio, su Skytg24. L’evasione fiscale record – spiega – è un’ottima ragione per contrastarla. Il metodo, però, deve essere quello di dare la possibilità ai cittadini di consentire – attraverso la conservazione di scontrini e fatture – di scaricare dall’imponibile una serie di spese. Abbiamo espresso proposte concrete, parliamo di scelte che siamo chiamati a fare”.

Inoltre, “abbiamo un piano preciso che riguarda la riduzione delle tasse: eliminazione dell’Imu – chiediamo ai cittadini di fidarsi del fatto che restituiremo l’Imu – no all’aumento dell’Iva e alla patrimoniale, zero tasse per chi assume i giovani e azzeramento dell’Irap in cinque anni. La Cgil propone un piano con una patrimoniale da 40 miliardi, per farlo si deve colpire necessariamente il ceto medio, 40 miliardi li hai solo se dai un’altra batosta, dopo l’Imu”. E ancora: “i giovani sognando i contratti proposti dalla sinistra non avranno mai un contratto. Noi siamo per contrastare gli abusi di precarietà ma evitare norme rigide che scoraggiano le assunzioni”.

Commentando poi l’apertura di qualche giorno fa di Monti sulla possibilità di un dialogo con il PdL senza Berlusconi: “io ho rispedito al mittente la proposta perché è fraudolenta”. “Bisogna essere corretti – aggiunge – noi siamo questo centrodestra con Berlusconi alla guida, loro sono sottoscrittori di un impegno su cui sono state fatte le primarie. Monti utilizza uno stratagemma sleale dicendo che ‘se c’è Vendola si alza lo spread’, non si gioca con lo spread”. Infine, a chi gli chiede se escluda un’alleanza con Monti, risponde: “sì la escludo, il senatore gioca una partita sleale tenta di incunearsi tra le due coalizioni e questo sulla base dei sondaggi che indicano Monti quarto”.

Schifani: Berlusconi sull’abolizione dell’Imu è credibile

”Silvio Berlusconi mantiene le promesse che fa e credo che la restituzione dell’Imu sulla prima casa sia un progetto realizzabile”. Lo afferma Renato Schifani intervenendo a Radioanch’io.

”Per la restituzione – aggiunge il presidente del Senato – e’ stata prevista anche una credibile copertura finanziaria. E’ ovvio che Mario Monti faccia la sua propaganda elettorale e cerchi di smontare le proposte dei suoi avversari politici”. Per la seconda carica dello Stato, in sintesi, la proposta di Berlusconi sull’Imu e’ ”forte e convincente: non sono queste le cose che preoccupano i mercati, ma la prospettiva di una vittoria di Bersani e Vendola, ai quali si potrebbe aggiungere un accordo con Monti: questo preoccupa i mercati, non la prospettiva di un successo del Pdl che ha un programma coeso e condiviso”.

E ancora: “Monti fa propaganda elettorale e cerca di smontare le proposte degli avversari politici ma nel programma del Pdl c’e’ un’idea forte come quella della parziale dismissione, seria a progressiva, del patrimonio pubblico inattivo per ridurre il debito pubblico con una dismissione intelligente”. Infine, Schifani ribadisce che “l’idea del Pdl di un fondo immobiliare mi pare convincente”.

Brunetta: Corte dei Conti ci dà ragione, meno tasse, più crescita

“Le parole del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ci danno ragione: ‘il ricorso ad aumenti delle tasse, forzando una pressione fiscale gia’ fuori linea nel confronto europeo, ha favorito le condizioni per ulteriori effetti recessivi'”.

Lo dichiara Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl, che sottolinea: “lo andiamo ripetendo, ahime’ inascoltati, da mesi: la politica economica sbagliata dell’Europa a trazione tedesca ed eseguita glacialmente in Italia, come un compitino per casa, dal senatore Monti, ha acuito gli effetti della crisi e della recessione. Cosi’ come andiamo ripetendo da mesi, ed oggi siamo confortati dall’analisi puntuale della Corte dei Conti, che a furia di manovre correttive del disavanzo si favorisce un avvitamento negativo dell’economia italiana”. Per Brunetta “non serve cieco rigore ma un bilancio dello Stato sostenibile che favorisca la crescita del Paese. Le ricette della Corte dei Conti – prosegue – sono le stesse contenute nel nostro programma: rilancio del piano infrastrutturale, riduzione della pressione fiscale, dismissione del patrimonio pubblico, completamento della riforma della PA in linea con quanto gia’ fatto”.

“La strada deve essere quella dello sviluppo e del rilancio dell’economia. Lasciamo la politica del sangue, sudore e lacrime ad Angela Merkel e ai tassatori di professione”, conclude.

(4) – “Accettiamo il confronto solo con Bersani”

L’annuncio fatto dal Berlusconi sull’Imu “è un impegno vero a venti giorni dal voto”. Lo afferma il segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel corso di una conferenza stampa a Torino. “La distanza dal voto – aggiunge – è un rafforzativo della serietà dell’intendimento perché per 20 giorni saremo sottoposti a critiche e a chi vorrà farci le pulci. Noi attribuiamo all’Imu l’innesco di una spirale recessiva nel Paese che ha causato una grave depressione ai consumi e creato un meccanismo per cui si è messa in crisi la casa, bloccata l’edilizia e depresso il valore degli immobili”. “Riteniamo inaccettabile l’atteggiamento del senatore Mario Monti che da questa mattina e anche dai giorni precedenti insulta e offende il presidente Berlusconi ed è per questo motivo che noi chiediamo le sue dimissioni da senatore a vita. Riteniamo che chi è stato chiamato ad un così prestigioso incarico – prosegue – non possa essere pagato a vita dagli italiani per insultare i suoi avversari politici. Ha avuto una gravissima caduta di stile che non è propria di un senatore a vita per cui noi lo invitiamo a rinunciare allo stipendio e al seggio di senatore a vita. Del resto è nelle condizioni di avere un reddito che gli consente di vivere”.

“Noi corriamo per vincere e siccome la partita del successo ce la giochiamo con Bersani, l’unico confronto che accettiamo è quello con Bersani. Anche i sondaggi di Sky di oggi (lunedì) e quelli che abbiamo riservatamente in nostro possesso calcisticamente ci consegnano – spiega – questa situazione. C’è, infatti, la finalissima, la finale per il titolo, e quella è tra Berlusconi e Bersani; poi c’è la finale per il terzo e quarto posto tra Monti e Grillo”. “Noi siamo per un confronto che consegni agli italiani la realtà di questa campagna elettorale: questo Paese sarà governato o dalla coalizione a guida Bersani o, come noi pensiamo, dalla coalizione a guida Berlusconi. Gli altri facessero la sfida per il terzo o quarto posto, per il quinto e il sesto, ma si stanno disputando due campionati diversi. Noi corriamo per vincere, Monti corre per aiutare Bersani nel caso in cui vinca malamente o litighi con Vendola”, conclude Alfano.

“Abbiamo un’idea liberale per battere l’evasione”

“Noi non strizziamo l’occhio agli evasori, ma abbiamo un programma di lotta agli evasori che è liberale, una modalità un po’ americana. Si proceda alla detraibilità dall’imponibile di fatture e scontrini. Ha già funzionato per le ristrutturazioni edilizie”. Così il segretario del Pdl Angelino Alfano, in videochat con LaStampa.it.

“Monti – aggiunge – ha sbagliato il reato e l’autore: il reato è estorsione e l’ha compiuto lui nei confronti del Parlamento. E non è stata neanche tanto simpatica questa estorsione”.

“L’Imu ha innescato la spirale recessiva. E noi vogliamo ripartire da dove è partita la recessione, rimborsando l’Imu sulla prima casa 2012 ed eliminandola per gli anni a venire” spiega Alfano, che ha rilanciato sulla necessità di “un piano di rientro dei debiti pregressi, anche attraverso un intervento sulle norme contabili e sul patto di stabilità. È dunque indispensabile porre fine alla vergogna del ritardo dei pagamenti alle piccole e medie imprese da parte dello Stato e della pubblica amministrazione. La soluzione di questo problema è una priorità per il Pdl”.

“Dobbiamo impedire il fallimento di migliaia di imprese e la perdita di altrettanti posti di lavoro – prosegue – ed ecco perché condividiamo e sosteniamo l’azione e la campagna di sensibilizzazione della Commissione europea sul recepimento della Direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti, lanciata oggi a Milano dal vicepresidente Antonio Tajani, assieme ai rappresentanti delle imprese. Chiediamo al Governo Monti di recepire immediatamente e nella loro interezza le norme europee, senza lasciare margini di discrezionalità, che provocherebbero ulteriori danni alle Pmi e porterebbero all’avvio di una procedura d’infrazione”.

Il progetto della Lega sulle macroregioni? “Noi – risponde – siamo per l’unità d’Italia. Quando si porrà la questione ne parleremo con la Lega, noi non abbiamo intenzione di separare l’Italia”.

“Prevediamo di rivisitare il patto di stabilità interno”. Il segretario del Pdl sottolinea di voler “sanzionare” gli amministratori che portano gli enti locali al fallimento e di voler “premiare, invece, i comuni virtuosi. Noi siamo a favore del federalismo fiscale, il governo Monti non ha fatto i decreti attuativi. Il federalismo fiscale avrebbe portato ai cosiddetti costi standard”.

Infine, sulla vicenda Mps: “la responsabilità politica è a sinistra. La Banca d’Italia ha operato tutta la vigilanza del caso. Siamo delusi da un comportamento di chi dice ‘non ne so niente’. Questo è qualcosa di inaccettabile. Ci congratuliamo con la procura di Siena”.

(5) – Monti si è montato la testa, straparla.

Ma chi è Mario Monti per dare impunemente, giorno dopo giorno, patenti di bugiardo, di inattendibilità, di incapacità di governare negando addirittura il diritto di presentarsi agli elettori, tanto a Silvio Berlusconi quanto alla sinistra? Chi è questo signore che rivendica ogni merito e allontana ogni colpa, scaricandole “sui governi precedenti”, mentre un anno fa si prodigava in riconoscimenti per la maggioranza che lo sosteneva, a cominciare dal Popolo della Libertà che lodava per aver introdotto il pareggio di bilancio, combattuto l’evasione fiscale, guerreggiato contro mafia e camorra?

Quando venne nominato senatore a vita e premier con l’unico mandato di attuare alcune misure economiche che solo un consenso parlamentare bipartisan avrebbe permesso (lavoro anche questo rimasto a metà, vedi la riforma del lavoro), ringraziò tutti, da Giorgio Napolitano a Silvio Berlusconi, dalla sinistra agli imprenditori e ai sindacati. Oggi, sceso, anzi salito in politica – uno come lui non può degnarsi di scendere – fa propaganda come il peggior politico di serie C. Ne ha per noi, certo: non avevamo mai sentito, neppure dalla peggiore sinistra, accusare Berlusconi di essere un “usuraio” solo per avere proposto di restituire l’Imu. Ma ne ha anche per la sinistra: Nichi Vendola non è degno di candidarsi al governo, non parliamo poi della Camusso. E attenzione: i suoi non sono giudizi politici e rispettosi dei ruoli – come le nostre critiche anche aspre all’estrema sinistra e alla Cgil – ma sempre personali, quasi epidermici. Da ricco signore abituato alle prime della Scala e a lunghe vacanze in montagna che considera i problemi delle famiglie, i disoccupati, la gente comune, le tasse, uno spiacevole inciampo. Meritevole al massimo di un sospiro e un’elemosina.

Al debutto spiegò che l’avere abolito l’Ici sulla prima casa era “una anomalia europea”: oggi scopriamo che abbiamo la tassazione sul mattone seconda solo alla Francia, doppia della Germania. Non risulta che i tedeschi si considerino anomali e vogliano importare l’agenda Monti. Salito in politica minacciò che se qualcuno si fosse azzardato a toccare l’Imu, “avrebbe dovuto rimetterla doppia l’anno dopo”. Passate tre settimane ha smentito se stesso promettendo di ridurre l’Imu, l’Irpef e l’Irap. La sua stessa “ascesa” alla campagna elettorale è stata ridicola: doveva fondare e guidare un nuovo centrodestra, anzi qualcosa di mai visto prima, ma nessuno dei suoi ministri lo ha seguito. Doveva federare Montezemolo, Marcegaglia, Riccardi, Bonanni, la Chiesa: al posto degli effetti speciali abbiamo avuto Fini e Casini. In compenso la sua lista presenta un abbondanza di doppi cognomi. Quando Maurizio Crozza ci ha scherzato su, Monti ha rivelato un altro aspetto di se stesso: la totale assenza di autoironia. Prenderlo in giro “è una buffonata”, e sono partite lettere indignate ai giornali. Tutto questo gli sta fruttando un misero 12 per cento, e anziché battersi per il governo disputerà la finale per il terzo posto con Beppe Grillo.

Del resto i risultati del suo anno di governo sono sotto gli occhi di tutti: siamo il paese europeo con la peggiore recessione (cinque volte peggio delle stime bocconiane), il maggiore aumento della disoccupazione (il 12 per cento, mai visto prima), il maggiore aggravio del debito pubblico (dal 120 al 126 per cento) e delle tasse (due punti di Pil). Si fa bello con lo spread, per il quale ha anche fissato una “quota Monti” neppure fosse Winston Churchill: e non fa che ammonire che senza di lui questo spread riprenderebbe a correre.

Ma basta guardare i dati, e non fermarsi alle verità di Monti, e si scopre che lo spread italiano è superiore a quello dell’Irlanda, un paese che gode degli aiuti europei. E che l’aumento di queste ore è inferiore a quello di Spagna, Danimarca, Francia, Austria: saranno anche lì orfani del preside della Bocconi? Infine è volato, a spese del contribuente, a Bruxelles, Berlino e Parigi per farsi dare la benedizione dalla Merkel. Vedremo se e quali risultati porterà a casa sul budget europeo. Nel frattempo ciò che la Germania continua a pensare di noi è sintetizzato dalle vignette della Bild e dai carri del carnevale di Colonia: un maialino che succhia il latte tedesco. Grazie a Monti andiamo a testa alta in Europa.

Fisco/Lupi: ora Monti dà del pifferaio anche a Giampaolino

“Spero che il senatore Monti non voglia dare di pifferaio anche a Luigi Giampaolino che non si mostra entusiasta degli ‘aumenti del prelievo’ che ‘forzano una pressione fiscale gia’ fuori linea e favoriscono le condizioni per ulteriori effetti recessivi'”. Cosi’ Maurizio Lupi, vicapogruppo Pdl alla Camera che sottolinea come “con l’autorevolezza della sua persona e della sua carica il presidente della Corte dei Conti sottolinea la necessita’ di ridurre la pressione e di ‘una piu’ equa distribuzione del carico fiscale'”.

“Eventuali manovre correttive, con ulteriori imposizioni, secondo Giampaolino – sottolinea Lupi – porterebbero al ‘pericolo di un avvitamento’ dell’economia, meglio puntare sui ‘fattori in grado di favorire la crescita’. Ora, io non voglio arruolare una figura super partes nelle file del Pdl, ma sottolineare che avanzare proposte per limitare e ridurre la pressione fiscale non e’ un tentativo di ‘corruzione degli italiani’, ma puro buon senso basato sui dati dell’esperienza che qualunque cittadino vive e che il presidente della Corte dei Conti riconosce”.

 (6) – “Gioca sporco, si dimetta da senatore a vita”

“Il gioco sporco e logoro di Monti, che con le sue dichiarazioni, riprese come notizia di terza mano dai giornali stranieri, continua a denigrare l’immagine dell’Italia all’estero, miete le prime vittime”. Lo afferma Renato Brunetta, coordinamento dei dipartimenti del Pdl a proposito dei commenti del Wall Street Journal.

“Usando la stessa leggerezza di Monti dovremmo dire che la colpa del balzo in alto degli spread è del leader del centrino che, a furia di dire che se torna Berlusconi lo spread sale, sta convincendo i mercati. Anche perché, stando ai sondaggi, Berlusconi rischia di vincere davvero” afferma l’ex ministro che si chiede: “chi fa più male al paese, quindi, e alla nostra credibilità? Chi cerca di risolverne i problemi, con un deciso cambio di passo nella politica economica, o chi si limita ad insultare, offendere gli avversari e a minacciare gli elettori?”. Per Brunetta “quello che sta succedendo oggi ha poco a che fare con Berlusconi e l’Imu, quanto con Monte dei Paschi, con la crisi Rajoy in Spagna e con Wall Street che va male Siamo, cioè, dentro un’onda negativa che non colpisce solo l’Italia. E un presidente del Consiglio tecnico, ancorché in carica per gli affari correnti, dovrebbe tranquillizzare i cittadini, non buttare benzina sul fuoco. Ma evidentemente a Monti importa poco l’interesse nazionale: contano di più le sue fortune politiche personali. Vergogna!”.

Sandro Bondi – “L’on. Angelino Alfano ha ragione: Mario Monti deve rinunciare alla nomina a senatore a vita, un ruolo e una investitura richiesta dallo stesso Monti per garantire la propria indipendenza, divenuta oggi incompatibile con la partigianeria e la velenosa faziosità di cui fornisce sorprendente testimonianza ogni giorno”.

Fabrizio Cicchitto – “Monti è molto singolare: i toni che usa adesso nei confronti dei partiti non li usava certo quando chiedeva il sostegno per il suo governo e quando non si impegnava a scendere o salire in politica a fine del suo percorso. Se indubbiamente va messo nel conto delle forze politiche di centrodestra e di centrosinistra che nel passato si sono confrontate l’aumento del debito pubblico, allora – seguendo lo stesso metodo – si deve imputare a Monti di avere cacciato il Paese in una recessione fra le più drammatiche avendo ecceduto nell’aumento della pressione fiscale”.

Maurizio Gasparri – “Monti e la sinistra sono senza pudore. Prima producono disastri e poi vogliono scaricare i propri fallimenti sugli altri. Se la Borsa di Milano arranca e’ perche’ risente dello scandalo Monte Paschi, i cui danni da un punto di vista finanziario sono ancora un’incognita. Cosi’ come il tracollo dell’economia reale, che ha un solo responsabile: il governo dei banchieri. Quanto allo spread, non ci lasceremo piu’ intimorire dalla Germania”.

Maurizio Lupi – Sono sinceramente stupito dall’escalation verbale di Mario Monti nei confronti di Berlusconi. Faccio fatica a riconoscere l’uomo delle istituzioni che ho visto per un anno. Il ‘non candidato’ premier Mario Monti sta dando forse troppa retta al suo consulente americano. Delle due l’una, o il senatore a vita dà retta a un noto consiglio di Silvio Berlusconi: ‘Si contenga’, oppure, se non riesce accolga l’invito di Angelino Alfano e si dimetta, i toni che usa non sono quelli di un senatore a vita”.

Altero Matteoli – ”Potra’ piacere o non piacere, ma ancora una volta la battaglia e’ tra centrosinistra e centrodestra. Per la governabilita’, il voto dato a Monti e ai partiti collegati e’ un voto sprecato. Non e’ assolutamente possibile pensare che Monti possa vincere o possa aggregare il centrosinistra o il centrodestra”.

Daniela Santanchè – “‘Il potere logora chi non ce l’ha’, il premier uscente Monti lo ha assaggiato quel potere e ne è rimasto incantato tanto da smentire se stesso, l’immagine, l’apparenza che di sé voleva trasmettere, tanto da non rispettare la promessa – più volte ripetuta – di non avere nessuna volontà di scendere o ‘salire’ in politica. Ora che quel potere pare sfuggirgli di mano con i sondaggi che non rispecchiano le sue ambizioni, il professore perde la testa e, forse, non avendo null’altro da potersi giocare, anche lui influenzato da anni e anni di persecuzioni giudiziarie da parte di certa magistratura nei confronti di Berlusconi, replica alle proposte del capo della coalizione di centrodestra, non con altri programmi o controproposte, ma mettendosi egli stesso la toga”.

(7) – E tutti rincorrono le nostre proposte

Dopo l’impegno annunciato da Berlusconi di restituire agli italiani l’Imu versata nel 2012 sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole, come risarcimento per una imposizione sbagliata e ingiusta dello Stato, si è scatenato il pandemonio da parte della sinistra e soprattutto di Monti, che giorno dopo giorno sta progressivamente perdendo l’aplomb e l’equilibrio che invece gli imporrebbero il doppio ruolo che riveste di premier mai scelto dagli elettori e di senatore a vita.

  • La realtà che emerge è che tutti stanno solo rincorrendo affannosamente Berlusconi cercando con sempre più difficoltà di derubricare a trovate elettorali proposte che sono invece realistiche e interamente realizzabili.

La nostra strategia è molto chiara: stimolo alla crescita, attacco al debito pubblico, tagli alla spesa pubblica per 16 miliardi all’anno e conseguente riduzione della pressione fiscale di un punto all’anno, per portarla sotto il 40% entro fine legislatura, interventi mirati al settore immobiliare per trainare la ripresa economica.

Va in questo senso la proposta di abrogare l’Imu sulla prima casa e di restituire gli importi versati dai contribuenti italiani nel 2012. La copertura finanziaria di questa operazione, che costa intorno ai 4 miliardi (ossia la duecentesima parte di quello che lo Stato spende complessivamente ogni anno) è stata individuata nell’accordo con la Svizzera per la tassazione delle attività finanziarie detenute in quel Paese, con un gettito previsto di 25-30 miliardi una tantum più 5 miliardi all’anno di flusso a regime. Una strada già percorsa da altri Stati europei senza alcun motivo di scandalo.

Monti ha parlato addirittura di voto di scambio, con una spregiudicatezza pari solo ai danni che il suo governo ha fatto agli italiani. Se restituire l’Imu ai contribuenti è un reato, infatti, cosa dovrebbe configurare la circostanza, accertata senza tema di smentita, che i quasi 4 miliardi di euro prelevati attraverso l’Imu sulla prima casa dalle tasche degli italiani sono finiti tutti nelle casse di una banca, e non di una banca qualsiasi, ma di quella che da sempre è definita, non da noi, la cassaforte rossa della finanza? E la Borsa che crolla e lo spread che risale sono forse causati da proposte serie che mirano a rilanciare la crescita e i consumi, o dalla crisi delle banche, di cui il Monte dei Paschi è l’epicentro? E il governo Monti, che ha aumentato la spesa pubblica di 32 miliardi portando il debito pubblico oltre quota duemila, non ha nessuna colpa?

(8) – Mps, il Pd non poteva non sapere

Per Silvio Berlusconi la sinistra non può fare finta di nulla: il Monte dei Paschi di Siena è un asset della finanza rossa, in quanto la Fondazione che controlla la banca è a sua volta dipendente dal Comune di Siena, che ne nomina i vertici. E a Siena la sinistra governa il Comune da più di 60 anni. Anche Angelino Alfano chiede chiarezza, e propone che nella prossima legislatura si istituisca una commissione d’inchiesta che indaghi su quanto è veramente accaduto nella gestione della banca senese. Ma in che cosa consiste lo scandalo Monte dei Paschi? Perché da una decina di giorni i media ne parlano così tanto? La risposta è molto semplice. Grazie a un articolo particolarmente bene informato del “Fatto quotidiano”, da sempre in ottimi rapporti con le procure, è emerso che i magistrati inquirenti hanno aperto ben tre filoni d’indagine sulla banca senese. Vediamoli, in sintesi.

Primo filone. Nel 2007-208 il Mps acquistò dalla spagnola Santander la banca Antonveneta per 9,3 miliardi, che appena due mesi prima era stata pagata dagli spagnoli molto meno: 6,9 miliardi di euro. I 2,4 miliardi di euro pagati in più suscitarono viva sorpresa, per non dire scandalo, in quanto non sembravano suffragati da nulla, se non dal sospetto che vi fossero sotto degli arricchimenti illeciti da parte di qualcuno. Ma questo qualcuno chi poteva essere? Dirigenti infedeli? Oppure dei politici vicini alla banca? Sul momento, tutto sembrò filare liscio. Ma il cambio dei vertici del Mps avvenuto meno di un anno fa ha fatto emergere una serie di contratti anomali, subito trasmessi alle autorità competenti. E ora scoprire la fondatezza dei sospetti e i nomi degli eventuali beneficiari delle “dazioni indebite” rappresenta il cuore della inchiesta numero uno in corso presso la procura di Siena.

Secondo filone. Per garantirsi di fronte al rischio di perdite a causa dell’alto prezzo di acquisto, la banca di Siena stipulò una serie di contratti sui derivati dai nomi fantasiosi (operazione Santorini, Alexandria, prestito Fresh), che si sono risolti in perdite colossali di denaro, stimate finora in almeno 700 milioni. Come e perché siano stati fatti questi contratti, e soprattutto perché siano stati tenuti segreti alle autorità di controllo, è la seconda indagine dei pm di Siena.

Terzo filone. Avendo ricevuto una serie di confidenze molto documentate già nel 2008, la procura di Milano ha inviato a Siena le carte relative alla cosiddetta “banda del 5 per cento”, vale a dire un gruppetto di dirigenti finanziari dello stesso Mps e di strutture bancarie con cui il Mps era in rapporti d’affari a Londra e in Svizzera, dirigenti che per ogni operazione applicavano una maggiorazione del 5 per cento. A chi erano destinati i soldi di queste maggiorazioni? Un funzionario che cercò di saperne di più fu immediatamente licenziato. Per questo portò ai pm milanesi le carte in suo possesso e alcune registrazioni telefoniche fatte in proprio. E questo è diventato un filone d’indagine prima a Milano e poi, per competenza, dirottato a Siena.

A voler essere pignoli, ci sarebbe pure un quarto filone d’indagine, aperto a Trani dalla stessa procura che già stava indagando sulle agenzie di rating: quella procura stava meditando di mettere sotto indagine per omesso controllo la Banca d‘Italia e la Consob. Ma poi ci ha ripensato ed ha passato le carte a Siena.

L’insieme dei reati, che potrebbe portare quanto prima all’emissione di avvisi di garanzia (e forse a qualche arresto eccellente), è tale da fare tremare l’intero sistema finanziario, visto che si sta parlando della terza banca in Italia, con 30 mila dipendenti e oltre 5,5 miliardi di fatturato. Si va dal falso in bilancio all’ostacolo alla vigilanza, dall’aggiotaggio alla manipolazione del mercato, dalle false comunicazioni alla truffa e alla turbativa, per finire con l’associazione per delinquere. Resta solo da compilare l’elenco dei membri di questa associazione criminale, e da capire se insieme ai manager della banca vi sono anche dei politici, e di quale livello. Un’operazione di chiarezza tanto più doverosa se si considera che il governo Monti ha concesso un prestito di 3,9 miliardi al Monte dei Paschi, di fatto salvandolo dal default.

C’è infine un aspetto che distingue questa indagine da quelle condotte in passato su vicende che coinvolgevano esponenti del centrodestra: finora non è uscita neppure un’intercettazione telefonica, neppure un sussurro captato sui cellulari degli indagati. I quali – piaccia o meno al segretario del Pd, Bersani – fatto tutti capo al suo partito. Eppure non siamo davanti a un furto di polli. Qui sono in gioco somme da capogiro, almeno due miliardi di euro. E la riservatezza dei pm, a confronto con certi metodi di grande clamore mediatico usati in altre inchieste, induce a riflettere, a brutti pensieri. Un esempio? Dopo i richiami piovuti dall’alto, hai visto mai che le inchieste possano essere avocate da Roma, e finire nel porto delle nebbie? Staremo a vedere.

(9) – L’Espresso/Professore, si rimetta il loden

 Da l’Espresso, a firma Piero Ignazi

Da vent’anni, anche in Italia, si è affermata una logica di alternanza tra schieramenti contrapposti. Mario Monti sta cercando di rompere questo schema. Fin da subito si è proposto come il federatore degli scontenti del bipolarismo, facendo appello ai veri riformisti del centrodestra e del centro-sinistra. Ma il suo invito è stato raccolto da pochissime personalità. Soprattutto, non ha sfondato a destra. Questa scarsa adesione, dovuta anche alle esitazioni del Professore nel “salire” in campo, dando così tempo al Cavaliere per recuperare i suoi, ha mandato all’aria le prospettive di una rapida riconfigurazione del sistema partitico. Solo se Monti avesse attratto una componente significativa di esponenti pidiellini l’ipotesi strategica di un nuovo fronte moderato avrebbe preso corpo. Ora, invece, il centro si trova stretto tra le due coalizioni “tradizionali”.

Per rompere questa tenaglia l’ex rettore della Bocconi ha abbandonato il loden per indossare la tuta mimetica del combattente. Un ruolo che non gli si addice. Lo stile sobrio e misurato era la sua cifra identificativa. Abbandonarsi a espressioni tipiche della lotta politica, inevitabilmente sanguigne e a volte volgari, deturpa la sua immagine. Se Monti non si distingue più dagli altri per ragionevolezza ed equilibrio perde quell’aura di competenza e serietà che gli è valsa tanti riconoscimenti. La sua mutazione, però, non in riguarda tanto la perdita dei l’aplomb, quanto i contenuti che sta proponendo.

L’Agenda Monti era, grosso modo, in continuità con le linee programmatiche del governo da lui presieduto. La campagna elettorale che sta conducendo va invece in tutt’altra direzione. Prendiamo il caso del fisco. Dopo aver posto in cima alle emergenze nazionali la questione dell’evasione fiscale, e aver delegittimato con forza tutte le “scuse” avanzate dagli evasori, ora sembra essersene dimenticato. Equitalia viene lasciata sola di fronte alle accuse di terrorismo fiscale e si disconosce la paternità del redditometro. In più, Monti partecipa al balletto delle promesse di riduzione delle tasse, ivi compresa l’lmu, sconfessando implicitamente la validità di una imposta sulla casa. In sostanza, insegue Pdl e Lega sul loro terreno, senza avere la forza o il coraggio di mantenere la barra dritta su una posizione di autentico rigore. L’altro disconoscimento di uno dei tratti innovativi del montismo riguarda l’equità, corollario alla lotta all’evasione. L’idea che chi più ha più dà, si è persa per strada. Nemmeno l’insistenza dell’amministrazione Obama su questo punto ha fatto breccia nel Professore. Abbandonati questi punti di convergenza oggettivi con il programma del centro-sinistra, Monti ha aperto il fuoco contro il Pd accusandolo di essere succube della triade diabolica Fassina-Vendola-Camusso.

Questo atteggiamento conflittuale nei confronti della sinistra riflette due intenti diversi. Da un lato può essere la cartina di tornasole dell’anima moderata-conservatrice di Monti, fedele all’ortodossia neoliberista senza tenere in conto i disastri prodotti e le autocritiche più autorevoli: da ultimo il rapporto del direttore del Research department del Fmi, Olivier Blanchard, che ammette gli errori di sottovalutazione della contrazione del reddito provocato delle misure di austerità imposte. In quest’ottica, Monti rappresenta la vera alternativa alla sinistra e solo l’anomalia forza leghista lo obbliga a una “faticosa” e poco gratificante collocazione centrista. D’altro lato questa curvatura moderata può tingersi di necessità tattica per conquistare quell’elettorato di destra ancora indeciso se astenersi o ritornare all’ovile (o votare Grillo). Anche se l’so per cento degli ex elettori di destra non danno un buon giudizio sul governo tecnico è quello il bacino cui attingere. Qualunque siano i motivi della mutazione del professore – rivelatori o tattici – in ogni caso Monti perde l’appeal del leader tutto concentrato sulla risoluzione dei problemi del paese. Diventa uno dei contendenti della campagna elettorale. E, finora, senza distaccarsene né per stile né per contenuti.

 (10) – “E il Cav continua a dettare l’agenda”

Dai giornali di oggi, martedì 5 febbraio

Corriere della Sera (M.Antonietta Calabrò) – … Stando ai sondaggi… il partito di Berlusconi – secondo Demopolis – passa infatti dal 18,6% dell’1 febbraio al 20% quotato ieri pomeriggio alle 18, con un lieve ulteriore recupero dei tanti ex elettori confluiti da mesi nell’area grigia dell’indecisione e del non voto. In ogni caso il peso complessivo degli indecisi sarà ancora una volta determinante per l’esito delle elezioni e la governabilità del Paese…

La Stampa (Ugo Magri) -… Fino all’8 febbraio, ultimo giorno utile per la pubblicazione dei sondaggi, saremo bombardati di percentuali. Ma non è solo a questi numeri che si bada nelle segrete stanze della politica. Proprio in casa del Cavaliere, per esempio, viene seguita una metodologia decisa a tavolino in novembre, sulla scorta dei riscontri via via forniti da Euromedia Research (e da altri istituti coinvolti come prova del nove). Tale metodo parte dall’assunto che a Berlusconi, per vincere, basterebbe recuperare i suoi ex-elettori delusi… L’Imu… è una delle materie in cui il Cav può dire: il mio governo è stato di parola. Ogni uscita clamorosa corrisponde a uno «step», a un gradino volto a conquistare nuove fasce di indecisi, individuate con i «focus group». Nell’assunto che, a poco a poco, queste scelte si rifletteranno nei sondaggi. Dove il centrodestra è lievitato un po’ per volta, senza strappi, rispetto alle percentuali infime di alcune settimane fa. Bonaiuti, portavoce berlusconiano, percepisce «il clima tipico delle campagne elettorali in crescita». Operazioni apparentemente spericolate, come quella di portare il Capo da Santoro e stasera nell’arena di Ballarò), sottopongono il messaggio a una «prova bucato» attraverso il confronto con avversari veri e non di comodo. Oggi sul tavolo dell’ex-premier arriveranno le cifre «stabilizzate» di Euromedia. Ma quelle che più interessano, spiega Bonaiuti, riguardano gli indecisi. Sono ancora tantissimi, e dunque l’efficacia delle «boutade» viene misurata in base alla capacità di penetrazione tra gli indecisi. I quali restano numerosissimi. Pare che la promessa sull’Imu abbia fatto girare la testa al 7-8 per cento di chi ancora è incerto se e come votare. Non abbastanza per determinare le sorti della battaglia elettorale. Però di «choc» pare ce ne siano altri in serbo. Centellinati poco per volta secondo il piano prestabilito di recupero, anziché squadernati come in passato due sere prima del voto. Renzi, che ha mangiato la foglia, lancia l’allarme ai suoi: sbagliato contestare la restituzione dell’Imu…

Italia Oggi (Marco Bertoncini) – Un colpaccio. Guardando ai risultati, non c’è che dire: Silvio Berlusconi l’ha indovinata. Da domenica mattina la scena è dominata dalle sue proposte; anzi, già le precedenti giornate erano intasate di annunci, previsioni, anticipazioni. Dalle prime pagine dei quotidiani, alle aperture dei tiggì, all’immenso mondo della rete, è un succedersi di riprese della restituzione dell’Imu: in conseguenza, erompono critiche, riserve, derisioni, attacchi…

La Repubblica (Ezio Mauro) – … Quel che è successo è sotto gli occhi di tutti. Gli scandali Mps e Saipem trasmettono l’immagine di un sistema inaffidabile, che trucca i conti in un caso e nell’altro inganna la stessa vigilanza: Siena in più manda il segnale d’allarme di una contiguità di interessi e di potere tra la terza banca del Paese e la politica (in questo caso la sinistra), e soprattutto getta un’ombra sul mondo bancario italiano, fino ad oggi più riparato di altri mondi davanti all’urto della crisi…

Il Tempo (Carlantonio Solimene) – … Comunque vada, è stato un successo. Al di là del risultato che uscirà dalle urne il prossimo 25 febbraio, Silvio Berlusconi è riuscito a dettare ancora una volta l’agenda della campagna elettorale. La sua proposta sul rimborso dell’Imu 2012 è stata l’argomento più gettonato dell’ultima due giorni politica e, in attesa che i sondaggi ne verifichino l’efficacia in termini di consensi, il Cavaliere gongola per il nervosismo creato nelle file avversarie. Ma mentre gli antagonisti sono impegnati a smontare la fattibilità economica delle sue proposte, l’ex premier alza ancora la poste …

Il Giornale (Francesco Cramer) – … Il sondaggio più fresco è di Tecnè per SkyTg24 che svela: il centrodestra sale (28,9%) come Grillo (16,5%), centrosinistra (32,9%) e Monti (13,8%) invece calano. Sulla mossa dell’Imu, il meno vago è Antonio Noto della Ipr marketing che svela: «Quattro italiani su dieci considerano la proposta credibile. Considerando che la coalizione che appoggia Berlusconi, ad oggi, non arriva al 30%, significa che una buona fetta di elettorato non ancora dichiaratamente berlusconiana, giudica l’idea del rimborso dell’Imu percorribile»…

Libero (Enrico Paoli) – E se davvero la forbice fra la coalizione di centrosinistra e quella di centrodestra fosse di soli due punti percentuali? Anzi, 1,8% per l’esattezza. Secondo l’analisi realizzata da SpinCon, il distacco è tale da stare dentro al cosiddetto margine di errore. E allora dovremmo parlare di miracolo o di sondaggi drogati, visto tutti gli altri oscillano fra gli 8 ei 5 punti di differenza?… Per gli analisti indipendenti della rete il centrodestra sarebbe attorno al 30% mentre la coalizione che sostiene Pier Luigi Bersani ottiene circa il 32% dei consensi. La differenza sarebbe di soli due punti percentuali e sarebbe dentro al margine di tolleranza previsto dai sondaggisti. Il che vuol dire che Berlusconi non è solo in risalita, ma potrebbe superare il centrosinistra, grazie alla proposta shock di domenica… Per il telegiornale della terza rete della Rai, il 54% degli intervistati non crede alla proposta di Berlusconi, mentre il 40% – e la stessa Berlinguer ha ammesso, anche se a denti stretti, che si tratta di una «percentuale molto alta» – e valuta positivamente la proposta di Berlusconi