“Siamo sotto attacco concentrico. Puntano al dopo Berlusconi pensando a diaspore tra noi. Si rassegnino. Ci siamo, ci saremo per vincere, perché abbiamo buone ragioni e perché i nostri avversari hanno dei torti da farsi perdonare”. Lo dichiara il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano, in occasione della prima assemblea regionale del partito in Lombardia.

Alfano invita tutti i militanti e i dirigenti a uno scatto di riconoscenza nei confronti del fondatore del Pdl, Silvio Berlusconi: “è un uomo generoso, credo che difficilmente qualcuno possa dire di averlo aiutato negli ultimi anni, anzi è lui che ci ha trascinato tutti. Ora, per la prima volta in 18 anni, serve una grande squadra che lo aiuti. È il momento di restituirgli affetto e gratitudine. Questa è etica, non è politica”.

Un discorso appassionato quello del segretario del Pdl, che raccoglie il consenso dell’assemblea.  “Siamo senza padroni e contro i padrini. Siamo contro i padroni delle tessere e siamo contro le deleghe “. Chi ha la tessera non potrà delegare nessuno per indicare la sua preferenza. E soprattutto il Pdl è un partito  “contro i padrini “. A loro Alfano lancia un messaggio chiaro:  “a ‘ndranghetisti e mafiosi diciamo che ogni voto che daranno al Pdl sarà usato contro di loro. Andremo in Parlamento a fare leggi contro di loro, perché questo è il partito che vogliamo”. Nel ‘nuovo’ partito ci devono essere anche ‘nuovi’ termini,  “parole chiave come merito e passione”.  “Se non ci credono gli eletti  non ci crederanno gli elettori. Se noi non crediamo nella possibilità di poter aggredire la colonnina più alta nei sondaggi, che è il 40% di chi non vota, di chi si astiene, allora non possono crederci gli altri”.

Ce ne sono altre di “parole chiave per un nuovo inizio “ come le definisce il segretario e sono  “organizzazione “ ma anche  “aria e ambiente, che non sono argomenti che tutela solo la sinistra “.

“Abbiamo bisogno di stare ancora al governo per fare riforme se loro creano governi instabili è la prova che non sono la ‘ricetta’ migliore. La colpa è loro che cambiano un leader all’anno e non sono memorabili “.

Alfano sottolinea inoltre la necessità di salvare il bipolarismo e la possibilità per gli elettori di conoscere prima del voto le coalizioni in campo:  “siamo per la salvaguardia del più grande risultato della seconda Repubblica: la trasparenza della democrazia. Oggi i cittadini sanno prima chi governa in base a chi vince. Dobbiamo salvare il bipolarismo”.

D’altra parte, “il partito è idoneo a vincere con ogni sistema elettorale. Noi non temiamo il cambiamento”.

A chi sostiene che Berlusconi c’è da troppo tempo, il segretario del PdL ribatte che “la colpa non è di Berlusconi ma è perché i nostri governi sono stabili. Questa che ci siamo da troppo tempo è una leggenda che va sfatata”.

“A chi mi chiede ‘perché parli ancora dei comunisti?’ Io rispondo: parlo ancora di loro perché sono loro che non se ne vanno”.  “Noi non dobbiamo avere complessi di inferiorità culturale, ma siccome siamo migliori dobbiamo arginare quelli di superiorità”, dice ironicamente e precisa:  “non accettiamo lezioni da nessuno, non offendiamo nessuno, ma parliamo di tutti”. Alfano cita anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha fatto notare come quando si parla dei governi democratici americani le figure di riferimento cambino e si chiamino ora Obama, ora Clinton e via dicendo. In Italia, ricorda Alfano, i nomi sono sempre gli stessi.  “Alcuni di loro – ricorda – mentre cadeva il muro di Berlino stavano dalla parte sbagliata. Anzi, molti se ne sono accorti, mi piace ricordare, facendo zapping alla televisione”.

Riferendosi poi ai nuovi elettori, ovvero a quanti voteranno alle amministrative del 2012, nati nella primavera del 1994, Alfano dichiara:  “noi che siamo Popolo della libertà abbiamo il dovere di dire parole chiave e parole nuove.

Alle amministrative del 2012 voteranno i bambini nati nella primavera del 1994, l’anno della discesa in campo di Berlusconi, e noi che siamo il Popolo della libertà abbiamo il dovere di dire parole nuove e parole chiave per convincere quei bambini, per parlare loro.

E tra le cose che andranno dette, c’è anche il fatto che non avranno un tenore di vita migliore dei loro padri”. “Vogliamo essere il partito degli italiani, – conclude il segretario del PdL – delle persone che lavorano per servire gli italiani, selezionando al meglio i nostri dirigenti, facendo emergere le persone perbene, quelle che i nostri militanti vogliono”. “E la selezione non è affare così complesso. Non è così difficile capire, a partire ad esempio dallo stile di vita, chi può essere candidato e chi no, chi è meritevole e chi invece non lo è. Per esempio nelle città piccole, anche in quelle di 20 mila abitanti, non c’è bisogno delle informative dei carabinieri o della polizia per conoscere chi si candida. Lo si vede dal tenore di vita. Si vede se uno ha una macchina che non si può permettere”.