L’approvazione da parte del Governo di varie misure sulle sicurezza, al di là di ogni benevola constatazione sulla necessità di aver finalmente preso di petto la situazione esistente – afferma il v. presidente delle commissione sicurezza del comune di Milano Carmine Abagnale – induce a preoccupanti riflessioni per quanto attiene la possibilità di far effettuare “ronde” di cittadini nelle città. Non tanto per la possibilità che viene concessa, che mi trova favorevole, quanto per il coordinatore individuato che dovrebbe essere il Prefetto.

Che dei cittadini possano organizzarsi, in piena sintonia con gli apparati del Comune e, quindi, del Sindaco – sottolinea Abagnale – è fuori di discussione. Quello che non quadra è che mancano nel decreto legge approvato due figure fondamentali e vitali per la effettiva riuscita dell’iniziativa, comunque la si voglia fare: il Questore e il Sindaco.

Praticamente – continua il consigliere poliziotto Abagnale – mancano quelle figure sulle cui spalle, poi, pesa tutta l’organizzazione e la valutazione sulla obbiettiva efficienza e necessità di una iniziativa come quella delle ronde cittadine. Come al solito e incredibilmente il Governo è riuscito a far tornare a galla una figura ormai in disuso, quella del Prefetto, che non ha alcuna conoscenza tecnica-operativa sul come e sulla convenienza delle iniziative circa i cittadini organizzati per la sicurezza nei quartieri.
L’unica figura che puo’ affrontare l’innovativa iniziativa è quella del Questore, come tecnico e come politico capace nell’applicazione delle misure sulla sicurezza. E questo – tiene a precisare Abagnale – nel pieno e funzionale raccordo con il Sindaco. Il Prefetto non ha senso in una iniziativa del genere ed il fatto che, a tutti i costi il Governo è stato costretto a ricorrervi, dimostra soltanto come si vuole cercare di tenere lontana l’attenzione della pubblica opinione sulla funzionalità e valenza di tale figura. Infatti, non a caso, mentre la Polizia ha dovuto drasticamente ridurre la propria organizzazione ( ben 17 qualifiche di alti dirigenti e altrettante strutture territoriali sono state abolite ) in omaggio al dettato legislativo sul risparmio nella pubblica Amministrazione, le Prefetture che, sempre in base alla stessa legge, dovevano essere ridotte del 40% , cosi’ come la Banca d’Italia ( che, in verità la sta attuando), continuano a resistere e cercano in questi provvedimenti dei palliativi per allungare la loro permanenza in tutte le province quando, ormai, questa non ha proprio piu’ senso ove si pensi all’azione dei Comuni e della provincia, che sono gli unici attori politici in grado di interloquire con il Governo centrale.

E’ necessario, quindi – conclude Abagnale che è stato il primo ad utilizzare degli ex poliziotti per una Milano più sicura – che nella fase di conversione del decreto in parola, si dia luogo al cambiamento della figura del Prefetto con quella del Questore, per organizzare ed attualizzare la possibilità delle ronde cittadine, sempre in accordo con i Sindaci interessati. Il ricorso a figure diverse da queste ultime due non puo’ che essere interpretabile come un estremo tentativo di mantenere in piedi megastrutture inutili che, peraltro, hanno già dimostrato il proprio fallimento operativo, nel momento in cui nessuna struttura statale della provincia si è lasciata coordinare dalle Prefetture, nonostante la loro mutazione in UTG, Ufici territoriali del Governo.