Si fa un gran parlare, in questi giorni, del fenomeno prostituzione. La miccia che ha acceso la polemica è stata la legge promossa dal Ministro Carfagna, legge che prevede la punibilità, tramite multe salatissime, di chi esercita ma anche dei clienti. In questo frangente, non posso che ribadire ciò che ho sempre pensato. La prostituzione è un fenomeno ignobile che deve essere combattuto e marginalizzato ma è anche, allo stesso tempo, un fenomeno che è velleitario voler sradicare del tutto. Motivo per cui, secondo me, la cosa più sensata da fare è quella di controllarlo. Io sarei addirittura per costituire un registro e per l’applicazione di tasse alle professioniste del sesso. Chi si vuole prostituire dovrebbe rilasciare una dichiarazione in cui affermi che si tratta di una libera scelta (controllando che sia effettivamente così). Le tasse permetterebbero la spesa per il controllo sanitario delle prostitute stesse ma anche l’impiego di risorse e mezzi per aiutare chi vuole tirarsi fuori da questa drammatica condizione. Una condizione che talvolta può essere anche libera ma che, spesso, anche in questo caso è dettata da mancanze di alternative. Inoltre, non dimentichiamo che legalizzando la prostituzione si sottrarrebbero notevoli introiti alla criminalità organizzata. Riapriamo le case chiuse, dunque, e che lo Stato faccia realmente lo Stato, ossia si preoccupi del benessere dei suoi cittadini più sfortunati.